mercoledì 8 luglio 2009

Dissi: Questo che dice? e che risponde

Stamattina, un po' a colazione un po' durante la pausa mattutina, ho letto un articolo di Angel López García-Molins pubblicato sull'edizione odierna del País. Il tema era quello della convivenza tra le varie lingue che si parlano in Spagna. Per sintetizzare: da una parte ci sono i dinfesori a oltranza dello spagnolo come lingua "nazionale", all'opposto ci sono invece i sostenitori dell'uso esclusivo delle singole lingue delle comunità autonome. L'autore propone un po' di sano spirito di adattamento per evitare una contrapposizione rigida che non giova a nessuno.
L'articolo mi ha fatto venire in mente un pezzo di Arturo Pérez-Reverte intitolato La lengua del imperio che ho letto qualche giorno fa. È ripubblicato nella raccolta No me cogeréis vivo, edita da Punto de Lectura. L'autore de Il club Dumas e di tanti altri libri di successo se la prende con un cagatintas local colpevole di averlo accusato di scrivere in spagnolo, una lingua "imperialista". Pérez-Reverte ha facile gioco nell'annichilire questa stupidaggine, ricordando l'importanza culturale dello spagnolo, soprattutto in America Latina. I suoi abitanti dovrebbero provare un forte risentimento contro la lingua degli invasori e invece ne apprezzano la ricchezza e il valore, spesso molto di più degli stessi spagnoli.

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