lunedì 26 maggio 2008

Ultim'ora

Il servizio clienti di Kataweb mi ha comunicato poco fa che i tecnici stanno cercando di risolvere il problema che impedisce il download degli ultimi numeri di Repubblica in PDF. Scusandosi per il disagio, mi informano che hanno provveduto a prolungare l'abbonamento di sette giorni (o sette accessi). Ringrazio per la risposta e prendo atto.
Vi terrò aggiornati.
PS: nel frattempo ho scritto anche a Concita De Gregorio.

Repubblica fuori servizio

A metà circa dell'abbonamento mensile all'edizione digitale di Repubblica il mio giudizio è molto negativo. Solo mezz'ora fa sono riuscito a scaricare il PDF del numero di sabato, mentre quelli di domenica e di oggi non sono ancora disponibili. Ho scelto l'edizione digitale per poter leggere il giornale appena alzato la mattina, senza dover uscire di casa. E invece per due giorni e mezzo non ho potuto proprio leggerlo. Ho scritto due volte al servizio Kataweb, ma non ho ottenuto risposta.
Anche senza il confronto con quello offerto dal Pais (da cui esce facendo una pessima figura), il servizio di Repubblica è totalmente insoddisfacente per puntualità, qualità delle immagini, costo e assistenza al cliente. La conclusione è che al giornale romano pare interessino poco più di zero gli abbonati digitali. Sono molto più che deluso.

NB: la cattura video testimonia che ieri pomeriggio (data nell'angolo in basso a destra) l'ultimo numero disponibile in PDF era quello di venerdì 23. Per ingrandire fateci clic sopra.

domenica 25 maggio 2008

Magliani sospeso...

Sabato si è chiuso il ciclo Luoghi d'autore organizzato dagli Amici della Biblioteca di Mezzago in collaborazione con ALIBI Online (www.alibionline.it).
Marino Magliani
, autore de Quella notte a Dolcedo (Longanesi), ha raccontato la sua esperienza di scrittore "sospeso tra Liguria e Olanda".
Ringrazio come al solito Enrico Giudicianni per l'immagine qui sopra.
Qui sotto invece potete vedere un breve spezzone dell'incontro con Magliani.


venerdì 23 maggio 2008

Enigma

Perché tanti giovani entrano in una setta satanica?
Perché Mussolini non salvò Matilde di Savoia dal campo di concentramento?
Perché Romolo ha ammazzato Remo?
Ma, soprattutto, perché gli abbonati digitali non possono leggere le vignette di ElleKappa?
Mistero. Anzi: enigma...

Il silenzio di Augias

Persistendo l'illeggibilità della vignetta di ElleKappa nell'edizione digitale in PDF che mi scarico ogni mattina, ieri ho inviato una mail alla rubrica delle lettere di Repubblica e direttamente a Corrado Augias. Nessuna risposta.
Allora ho replicato stamattina, questa volta allegando la vignetta come la vedete ora qui (cioè come la vedo io, abbonato di serie B). Ho fatto presente ad Augias che sul Pais le vignette si leggono perfettamente.
Spero di ottenere risposta, ma soprattutto che qualche tecnico provveda a migliorare la qualità grafica del PDF.
Anche noi abbonati digitali abbiamo diritto alle vignette di ElleKappa. Paghiamo non solo il pane, ma anche le rose...

giovedì 22 maggio 2008

Andrea Vitali incontinente

Ieri sera Andrea Vitali è stato ospite degli Amici della Biblioteca di Mezzago per raccontare le storie del "suo" lago.
All'ormai tradizionale ringraziamento all'amico Enrico Giudicianni per la foto, aggiungo questa volta quello a Bruno Biagi del Punto Einaudi di Lecco per averci aiutato a organizzare l'incontro.
Qui sotto potete vedere una breve ma gustosa gag del celebre medico-scrittore. O scrittore-medico.

Cameroun Ltd edition

Testina, non dirmi che sei stata tu?
:-)

lunedì 19 maggio 2008

Lanzar un órdago

Leggendo il pezzo odierno sul Libano mi sono imbattuto nella frase: "los jefes de Hezbolá han lanzado su órdago". Cerco sul dizionario ma órdago proprio non lo trovo.
Allora anche in questo caso mi affido a internet e scopro che in realtà ho a che fare con un termine basco. Letteralmente (h)or dago significa "ahí está" e nel gioco del mus (ancora ignoro di che si tratti) si pronuncia quando si scommette tutto: o la va, o la spacca, diremmo noi. Nell'articolo di oggi si può tradurre con "ultimatum".

domenica 18 maggio 2008

Cerdeña y sardinas

Pranzo sardo con gli amici (per rispettare la loro privacy li chiamerò con dei nomi di fantasia: Luigi, Simone e Virginia, Marcello e Rossella, con i figli). In realtà, le sardine della foto - ottime, a giudizio dei commensali - erano un gentile omaggio dell'ente del turismo bretone.
Tutto il resto, invece, veniva dalla Sardegna, a cominicare dal carasau e dal vino. Persino la donna del mistero, la fantomatica messaggiatrice di Luigi, alla fine si è rivelata sarda. Abbiamo parlato di case, vacanze, nasi in su, lavoro, blog e computer, mentre i bimbi si scatenavano upstairs e downstairs.
Stasera pastina ristoratrice.

giovedì 15 maggio 2008

Cover boy

Lo so che non si vede per nulla, ma sotto l'Anitona, prima del nome di Deaglio, c'è il mio. Modestamente. Per i prossimi quindici giorni a partire da oggi, quindi, mi trovate su Diario (alle pagine 22-25 e alla 98).
Per la contentezza mi sono concesso il "boy" del titolo.

Almuerzo con... Malatesta

Il Nemicodelpopolo mi ha svegliato alle cinque meno un quarto (sembro Quelo...). Ne ho approfittato per scaricare El País e Repubblica verso le sei e mezza. Sono quindi riuscito a fare colazione leggendo il pezzo dell'amico Malatesta sui servizi segreti nell'antica Roma. Come al solito l'ha presa larga, partendo dall'orda mongola per arrivare a Cesare in Britannia. Poteva impegnarsi un po' di più.
A proposito di Cesare. Sia Repubblica che El País dedicano un trafiletto alla scoperta del busto più antico del condottiero romano, ritrovato ad Arles.

mercoledì 14 maggio 2008

Ecce Yomo!

Anche oggi la vignetta di ElleKappa, sull'edizione digitale di Repubblica, è illeggibile. Me la sono letta al supermercato, mentre facevo la spesa.
Ho comprato anche quattro vasetti di Yomo bianco intero e, come la madeleine proustiana, il solo contatto mi ha riportato indietro nel tempo. Al 1994, anno del primo governo Berlusconi. Ecco un'immagine di chi scrive, scattata a Delenda Gazzada. Capelli in più, chili e anni in meno.
Come diceva un tempo Hendel nei suoi spettacoli parlando della DC al potere da 30 anni, da 35 anni e poi da 40 anni: si invecchia. Ma soprattutto s'inveccchia male.
Oggi possiamo dire che s'invecchia peggio.

martedì 13 maggio 2008

C'è poco da ridere

Alcuni sacrifici li avevo messi in conto. Passare all'edizione digitale di Repubblica non sarebbe stato del tutto indolore.
Lo sapevo. Avevo preventivato la scomodità di accendere tutti i giorni computer e stampante (invece dell'auto per andare in edicola); la rinuncia alla libertà di sfogliare in qualsiasi momento una pagina qualsiasi (compensata dalla praticità di archiviare i ritagli in PDF); l'addio alla sensazione tattile della carta da macero, sostituita con la carta da stampa per gli articoli "che meritano".
Ma l'impossibilità di leggere le vignette di ElleKappa, no! Non l'avevo considerata! Male, ragazzi. Molto male. Prendete esempio dai cugini spagnoli. Come potete osservare la vignetta odierna di Forges è perfettamente visibile. Perché Forges sì e ElleKappa no?! Altro che sorpasso. Avanti così, gli Spagnoli ci doppieranno. C'è poco da ridere.

P.S.: mi sono letto la vignetta di ElleKappa dal parrucchiere...

lunedì 12 maggio 2008

Seconda Repubblica

Mi sono abbonato oggi all'edizione digitale di Repubblica: un mese a 17 euro. Inizia così una nuova era, una "seconda Repubblica", almeno per me abituato da oltre vent'anni a vedere per casa il tradizionale giornale di carta (e le migliaia di ritagli che conservo).
Il primo impatto con la nuova versione è stato tutt'altro che positivo. La procedura mi è parsa un po' complessa, ma soprattutto due fatti mi infastidiscono.
1) non c'è, a differenza di quanto avviene col Pais, la possibilità di sfogliare virtualmente il giornale. Si può soltanto scaricare il file dell'edizione completa o quello della sezione desiderata, senza però vedere cosa contengono.
2) per aprire il file scaricato (ovvero il PDF) è necessario introdurre una password, coincidente con il nome utente. Col Pais, invece, il file scaricato è immediatamente apribile. Si tratta di un non-sense, dato che lo "scaricatore" è l'abbonato che ha pagato per avere il diritto al download. Sul confronto dei prezzi tra le due testate scriverò più in là, ma anticipo che è largamente favorevole al Pais.
Per riequilibrare in parte il giudizio, devo dire che il derby libanese tra Juan Miguel Muñoz e Francesca Caferri mi pare vinto da quest'ultima. Il suo pezzo da Beirut è più interessante di quello del collega spagnolo. Vedremo nei prossimi giorni.

sabato 10 maggio 2008

Io & Marcello

Io e Marcello Fois, l'altra sera, alla biblioteca di Mezzago. Momento di raccoglimento prima di iniziare l'incontro sulla "Sardegna a tinte forti". Un po' più sotto potete leggere il post dedicato alla serata.
Ringrazio come sempre Enrico Giudicianni per la foto.

Gemelli diversi

Ringrazio Enrico Porro per aver annunciato sul suo blog Pazzo per Repubblica la nascita di Belpais. Qui l'annuncio del lieto evento.
Anticipo ad Enrico che lunedì mi abbonerò alla versione digitale di Repubblica (in PDF), mandando in pensione quella cartacea che mi accompagna da almeno venti anni. Si tratterà di un esperimento di un mese: se non ci saranno complicazioni "post-operatorie", passerò all'abbonamento digitale annuale. Vi terrò aggiornati.

venerdì 9 maggio 2008

MI-BO con Fois

Bella serata ieri alla biblioteca di Mezzago: Marcello Fois ci ha parlato della sua Sardegna, non solo “a tinte forti”. Ha piacevolmente sorpreso, almeno me e molti altri che mi hanno confermato la stessa sensazione, la sua vena comica.
Ricorderemo così gli aneddoti sui suoi tanti nomi, sulla nonna e la prozia (cattivissima e vendicativa), oltre ai consigli di lettura (riscopriamo De Amicis, amici!) e alle spiegazioni sui dialetti sardi e tanto altro ancora. Dopo l’incontro, abbiamo assaggiato specialità sarde, in parte acquistate da me a Dorgali, come il carasau – apprezzato anche da Marcello – i due formaggi Tinnias e Durgali e il salame, in parte preparate dalle amiche della biblioteca, a cui sono andati i complimenti di tutti e qui aggiungo la mia riconoscenza.
A me e a Tina rimarrà inoltre nella memoria il viaggio a Bologna per riportarlo a casa.
Avete presente quella trasmissione di Rai 3, Milano – Roma? Ecco: una cosa del genere. Senza però la videocamera, anche perché la batteria della mia compatta JVC era defunta dopo neanche un’ora. Non ha quindi registrato tutto l’incontro in biblioteca. Qui potete però vedere il brano in cui racconta il motivo per cui è stato battezzato Marcello ma i suoi numerosi parenti l’hanno sempre chiamato e continuano a chiamarlo Antonio, anzi Antonello.
Durante il viaggio Marcello ci ha raccontato delle presentazioni dei suoi libri all’estero (con risvolti imbarazzanti e talvolta “puzzolenti”); del rapporto con alcuni colleghi, dei corsi che tiene all’università Complutense di Madrid, a Oxford e all’assai tradizionalista collegio Magdalene di Cambridge, dove ancora cenano a lume di candela (ma non sono troppo sofisticati in tema di igiene personale); del festival di Gavoi, Isola delle storie; dell’oratorio che sta finendo di scrivere per la tragedia dell’Arandora Star; di Sergio Dogliani e della sua idea che ha avuto tanto successo in Inghilterra; e abbiamo ammirato il magnifico ponte di Calatrava a Reggio Emilia.
Poco prima di Bologna ci siamo fermati per un caffè. All’autogrill abbiamo esaminato con cura la montagna di tavolette di cioccolato in offerta: sembravamo bambini in gita. Io mi sono lasciato convincere a prendere questa. Poi vi dirò come la trovo. Ripreso il viaggio, in macchina abbiamo assaggiato il cioccolato al peperoncino di Tina. Poco dopo eravamo a Bologna, con il santuario della Madonna di San Luca a vegliare su di noi. Abbiamo salutato e ringraziato ancora Marcello e abbiamo preso la via del ritorno, passato a commentare la serata e a fare progetti di viaggi.
Ho appoggiato la testa sul cuscino poco dopo le 4, intontito dalla stanchezza ma con ancora sufficiente adrenalina in corpo da impedirmi di piombare a picco nel mondo di Morfeo.

giovedì 8 maggio 2008

Belpais a Bellapais

Tre cose:
1)
stamattina ho scaricato il giornale alle 6.50 (...)! Ho letto i pezzi su Obama e stampato il servizio sul depopolamento del tonno rosso (pure i tonni sono messi male!).
Da Gerusalemme Juan Miguel Muñoz dà conto della crisi libanese: la tensione sale, anche perchè Hezbollah non intende dismettere la rete telefonica abusiva che si è creata, parallela a quella statale.
Da noi qualcuno la chiamerebbe liberalizzazione.

2)
Spulciando i giornali vecchi mi sono imbattuto nella recensione del libro di Rudi Palla "Ai piedi degli alberi", scritta da Roselina Salemi sul domenicale del Sole 24 Ore.
Trascrivo un passaggio: "C'è l'Albero dell'Ozio dello scrittore Lawrence Durrell (un gelso) sotto il quale era vietato sedersi perché faceva passare la voglia di lavorare agli abitanti di Bellapais, a Cipro". Deciso: quest'estate si va a Bellapais.
Belpais a Bellapais
. Devo già pensare alla t-shirt!

3)
Stasera ho ospite Marcello Fois. L'appuntamento è alle 21.00 alla biblioteca di Mezzago. Dopo l'incontro assaggeremo specialità sarde. A gratis! (per voi, noi le abbiamo pagate...).

mercoledì 7 maggio 2008

Almuerzo con...Obama

Oggi non ho incontrato ostacoli: alle 7.30 stavo già scaricando l'edizione odierna del giornale. Ho aspettato però l'ora di pranzo per una prima lettura. Mi sono stampato il servizio sulla vittoria di Obama alle primarie democratiche in Carolina del Nord e l'ho letto mentre mangiavo un'insalata mista. Mi ha colpito un dato: il 40 per cento di coloro che parteggiano per Hillary non voterebbe Obama, se a novembre fosse lui a sfidare McCain.
Tra le parole nuove mi segno quella che conclude l'articolo: chiste = barzelletta.
PS: almuerzo signifca colazione, ma in un'accezione "oraria" molto ampia che arriva fino al pranzo. Alla Jacchia, direi io.

martedì 6 maggio 2008

Líbano se desangra

Oggi ho scaricato tardi (dopo le 16) l'edizione quotidiana del giornale. Fino a metà pomeriggio non era disponibile la versione in PDF. Ne ignoro la causa. Domani mattina vorrei fare colazione con la stampata di qualche pagina "fresca". Vedremo.
Intanto mi sono letto l'articolo sul Libano. Vi ho ritrovato molte delle cose dette da Gad Lerner durante l'incontro alla biblioteca di Mezzago.
Ho imparato anche alcuni termini nuovi, come abigarrado = screziato (mi pare sardo...); pujanza = forza; espejismo = miraggio.

La storia di Walid, ventiseienne druso diplomato in informatica, che lavora sette giorni su sette per una paga di 550 euro al mese mi ha fatto pensare. Di trasferirmi a Beirut...

lunedì 5 maggio 2008

Abituati ai varapalos

Mettete l'accento dove preferite: abìtuati o abituàti. Varapalos invece significa "batoste, bastonate". Lo ignoravo fino a mezzora fa. La storia è questa: ieri mi sono abbonato a El País (versione elettronica). Stamattina ho scaricato il numero odierno e a pranzo ho stampato il servizio sul referendum tenutosi nella provincia boliviana di Santa Cruz, la più ricca del paese andino (ignoravo pure questo).
Come potete vedere dall'immagine, il titolo dice che il presidente Morales ha subito un "varapalo" a Santa Cruz. Ho cercato il termine sul mio dizionario di spagnolo, ma non l'ho trovato. Allora sono ricorso a internet, avendo miglior fortuna. Cercando in rete anche "a pie de urna", mi sono imbattuto in questo blog. E vi ho lasciato un commento.

Él fue

Cinco de mayo... ¿Fue verdadera gloria? Claro que sí.

domenica 4 maggio 2008

Galli in alto mare

Sul traghetto che dalla Sardegna mi riportava in continente ho letto l'editoriale di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere (sabato 3 maggio), intitolato nientemeno che La ribellione delle masse.
Bene. Cioè, male.
Esistono diversi generi di giornalismo: d'inchiesta, sportivo, scientifico... Il pezzo di EGdL appartiene alla categoria "giornalismo fantascientifico". L'analisi della sconfitta della sinistra alle recenti elezioni (legislative e amministrative) mi pare fatta partendo da premesse sbagliate che conducono a conclusioni errate (anche perché sviluppate in modo altrettanto errato). Che la classe dirigente italiana, tramontata la vecchia DC, sia corsa armi e bagagli nelle braccia accoglienti della sinistra, mi sembra un'opinione priva di fondamenta sicure. Al PDS, DS, Ulivo and so on, Galli della Loggia muove l'accusa di snaturamento, causato dall'abbraccio sopra citato. Ma il nostro va più indietro e oltre: addirittura il PCI non sarebbe mai stato un vero partito popolare, perchè caratterizzato da "un forte elitismo sprezzante di tutto ciò che sapesse di 'piccolo-borghese', pur se innestato su una penetrante attenzione al sentire delle 'masse' considerate sempre, però, alla luce di un pedagogico paternalismo disciplinatore".
Insomma, le motivazioni della recente sconfitta della sinistra vengono da lontano. Colpa di Togliatti e Gramsci (e magari Lenin e Marx). Troppo poco sinistra questa sinistra (e centro-sinistra).
Come poi questa critica possa coesistere, a giorni alterni come le targhe sotto la cappa di smog, con quella secondo cui la sinistra italiana è troppo massimalista e nemica giurata del riformismo è un mistero che EGdL non spiega nel suo editoriale di sabato. Magari troveremo risposta in una prossima analisi.
Con la speranza, però, che ci venga risparmiata la rodomontata de "alla luce di un pedagogico paternalismo disciplinatore". Con un carico così, si rischia il naufragio.

venerdì 2 maggio 2008