domenica 21 febbraio 2010

Insomnio con Borges

Sono le quattro di mattina. Attendo insonne di sfogliare in anteprima l'edizione domenicale del País. Intanto leggo Borges e...
En vano espero
las desintegraciones y los símbolos que preceden al sueño.

lunedì 15 febbraio 2010

Allora io leggo Tacito

A volte, senza un motivo particolare, mi pare di scivolare in un imbuto di apatia. Giro in gorghi sempre più stretti e veloci cercando di appigliarmi a qualcosa per interrompere la caduta. Se non c'è il Dr House alla tv, so che posso ricorrere a Tacito. Leggo il suo latino e mi sento in pace. Funziona un po' come al cinema con i film di mostri o guerra: per quanto insoddisfacente la situazione possa apparirmi, lo storico ne ha viste davvero di peggio e la sua testimonianza allieva le mie pene.
Non tamen adeo virtutum sterile saeculum
ut non et bona exempla prodiderit.

venerdì 12 febbraio 2010

Sfiga olimpica

Uno si lamenta del suo lavoro, del dolore al gomito che oggi non dà requie, del traffico. Poi legge che un giovane atleta di slittino, con quasi la metà dei suoi anni, perde la vita durante gli allenamenti, ancora prima dell'inaugurazione dei Giochi Olimpici Invernali di Vancouver. E rimane senza parole, basito dalla potenza di quella forza cosmica che va sotto il nome di sfiga.

giovedì 11 febbraio 2010

Tegamino satellitare

Ai tempi della mia infanzia girava voce che i satelliti spia americani fossero in grado di fotografare le targhe delle macchine (nessuno allora si domandava a cosa servisse fotografare le targhe delle auto da un satellite, né forse alcuno sarebbe stato in grado di rispondere...). Oggi quella fantascienza è una realtà a portata di tutti, grazie a Street View di Google. A me per esempio è servito qualche minuto fa per individuare la pizzeria che ospiterà la Prima Pizza di ALIBI.
In Norvegia, invece, dei buontemponi si divertono ad aspettare seduti in strane pose o a inseguire vestiti da sommozzatori le auto che percorrono le vie dei centri da mappare...

mercoledì 10 febbraio 2010

Ho giocato al dottore...

Non avendolo mai fatto da giovane (purtroppo), non sapevo come comportarmi. Mi sono fatto quindi guidare dal mio figliolo che manifesta già una chiara predisposizione. Si è comportato infatti come un perfetto dottor House, con tanto di bastone (un tratto della nuova ferrovia che gli è stata regalata al compleanno). Mi misurava la temperatura, mi prescriveva delle medicine e mi svelava la prognosi. Edotto da tanto maestro, quando è stato il mio turno, ho potuto giocare al dottore senza troppo sfigurare.
Purtroppo la foto non è coerente con il contesto.
PS: spero che questo - e/o altri post - non debbano compromettere la mia brillante carriera di redattore...
:-)

giovedì 4 febbraio 2010

Chicco e Spillo

Sarà che non riusciamo a essere seri. Sarà che ci portiamo sempre dietro (dentro) l'alibi del perdono automatico che ci viene dal cattolicesimo. Sarà che i tempi sono sempre più grami e allora è meglio pontificare sul nulla. Tramontati i tempi di Rino Gaetano e Berlinguer, siamo a Morgan e Bersani. Meritano un'altra possibilità? Ho qualche dubbio che meritassero la prima, ma se l'alternativa sono Muccioli jr e Giovanardi, zio porcino, teniamoci Chicco e Spillo... Ma turiamoci il naso. E soprattutto le orecchie...

mercoledì 3 febbraio 2010

Schola magistra vitae

Certo che se all'asilo ci sono giocattoli così, cosa volete che faccia, da grande, il vostro figliolo?! Il giornalista culturale???
E qui il disegno del papino.
PS: auguri, occhiblu!

lunedì 1 febbraio 2010

E di colpo venne il mese di febbraio...

Primo dei 10 giorni da giornalista culturale a tempo pieno. Beh, pieno è una parola grossa. Sono però riuscito a:
- leggere l'almuerzo di oggi del País
- mangiare il solito insolito
- portare e riprendere Ciccioriccio all'asilo
- fare quello che volevo fare
- recensire su ALIBI I Baroni di Aleppo di Amabile e Tosatti.
E tra poco vado a teatro per la commemorazione di Giulio Bosetti. In metropolitana dovrei riuscire a leggere qualche pagina de Le navi degli schiavi di Thorkild Hansen.
Insomma: sempre meglio che lavorare.

PS: la foto del Baron Hotel è di Rafael Gomez Carrera.