lunedì 31 agosto 2009

A tutti altri sapori esto è di sopra

Per far la vita meno amara, faccio scorpacciate di fichi. Ricordo ancora quando, un paio di anni fa, di primo mattino la padrona dell'agriturismo in cui eravamo ospiti mi accolse in soggiorno per la colazione con la fatidica domanda "Saul, vuoi un po' di fiche fresche?!"... Il giorno del giudizio, San Pietro calcolerà - cronometro digitale alla mano - quanto è durata la frazione di secondo che il mio cervello ha impiegato per capire il senso della domanda.

domenica 30 agosto 2009

E cantava "Beati mundo corde!"

Invecchiando mi diventa sempre più difficile dare a me stesso una valida definizione di "puro di cuore". E sempre più arduo mi pare lo sforzo di esserlo o diventarlo o ritornare ad esserlo.

sabato 29 agosto 2009

E vei jausen lo joi qu'esper, denan

Stasera appuntamento "dantesco" con lo spettacolo Vergine madre di Lucilla Giagnoni. L'ho già visto mesi fa nella basilica di Sant'Ambrogio e stasera sarò al parco di Lomagna perchè mi è proprio piaciuto. Domani lo recensirò su ALIBI.

venerdì 28 agosto 2009

Memoria, intelligenza e volontade

Il traguardo è decisamente (terribilmente) lontano e serviranno memoria, intelligenza e volontade per raggiungerlo. Insieme a un'inesauribile costanza e a quel fondamentale ingrediente del successo che già gli assiro-babilonesi, nelle loro tavolette d'argilla, chiamavano culo.
PS: Frap (?) mi linka un articolo de L'Unità (dell'ottima Concita) in cui si ventila l'ipotesi dell'acquisto de El País da parte di Berlusconi. Ommadonna!!! Ommadonnina mia! Devo dire a mio papà di arrivare in edicola prima di papi...

giovedì 27 agosto 2009

Trapassate oltre sanza farvi presso

Uscito finalmente il tanto atteso "sei" (notizia che io personalmente inserirei nella mai troppo compianta rubrica Echissenefrega), non poteva non accadere un secondo, ancora più incredibile, miracolo. I tempi erano, come si dice in questi casi, maturi. Così, quando ho oltrepassato col giallo il primo semaforo di Bellusco, ho capito che questa volta avrei potuto farcela. Certo, davanti a me c'era una lunga fila di macchine i cui conducenti, vista l'andatura, parevano non aver fretta di tornare al focolare domestico. Tra loro ho notato l'auto della mia padrona di casa. E già stavo completando il rosario di impropreri, quando - mirabile visu - il secondo semaforo ha mantenuto il verde al mio passaggio, concretizzando per una volta la mia speme.
A questo punto i tempi sono pregni per un altro evento eccezionale. Che ne so: la caduta del governo, uno sponsor per ALIBI, una notte di fuoco con Miss Pitty (ma mi va bene anche di giorno).

mercoledì 26 agosto 2009

Quando Maria nel figlio diè di becco!

Amarcord... Mi ricordo che, in una vita precedente, ero seduto su una panchina dei giardini del Palais Royal a Parigi e scrivevo una cartolina. L'illustrazione riproduceva una miniatura di Jean Fouquet sull'assedio di Gerusalemme a opera delle legioni di Tito. Ero appena stato alla mostra dedicata al pittore francese alla Bibliothèque Nationale e trascrivevo sulla cartolina un passo di un articolo di uno studioso israeliano che avevo utilizzato per la mia tesi di laurea: parlava di Maria la cannibale, una dei personaggi più drammatici del racconto dell'assedio e della capitolazione di Gerusalemme che ci ha lasciato Flavio Giuseppe nella sua Guerra Giudaica. Maria arrivò a cibarsi del figlioletto, sfinita dalla fame. Dell'episodio si ricorda anche il divin poeta.
Destinatario della cartolina era lo stesso professore. Conservo ancora - mi ci è voluto un po', come al solito, per ritrovarla - la cortese risposta dello studioso. Era rimasto piacevolissimamente stupito della mia cartolina e mi augurava di trarre profitto dalla laurea, aggiungendo (in francese, come il resto della misssiva):
Mais, si je comprends bien, vous n'êtes pas mécontent de ce que vous faites présentement.
Non ricordo cosa gli avessi scritto riguardo il mio lavoro di allora, ma dubito di aver espresso qualcosa che potesse suggerire una soddisfazione da parte mia. Sarà stata colpa del mio pessimo inglese (e vi lascio immaginare il francese!).
Correva l'anno 2003...

martedì 25 agosto 2009

Fé savorose con fame le ghiande

Oggi tra i ragazzi del muretto si parlava di scelte professionali, con la tradizionale contrapposizione tra lavoro regolarmente retribuito (ché ormai quelli ben retribuiti appartengono solo alla letteratura fantascientifica) e lavoro gratificante. Scegliendo il secondo si rischia di scoprire il frigo vuoto la sera quando si rincasa, ma arrendendosi al primo si perde l'entusiasmo. Del resto la vita è una sola, dicevano.
Riflettevo tra me e me su quanto una manciata di anni possa far mutare il punto di vista. Avvicinandosi ai quaranta ci si accorge che un discreto rifornimento nel frigorifero è indispensabile - ahimé - per mantenere una certa tranquillità d'animo, pur nella consapevolezza che l'entusiasmo è tutt'altra cosa.

lunedì 24 agosto 2009

La sete natural che mai non sazia

Ho così tanti libri che non so dove posare gli occhi in cerca del prossimo volume da leggere. Vorrei distrarmi un po' e allo stesso tempo apprendere... Intanto alla TV c'è Montalbano e domani ricomincia il magazzeno.

domenica 23 agosto 2009

Trassi de l'acqua non sazia la spugna

Come ho detto, le vacanze estive sono finite. Proprio quando iniziavano a prendere il binario giusto. Martedì ricomincia l'avventura del magazzeno, ma il pensiero è già alla Grecia o alla Navarra. E, più in là, Doagio, Lilla, Guanto e Bruggia. Mi fermo solo per ripartire.

sabato 22 agosto 2009

Adhaesit pavimento anima mea

E anche questa vacanza estiva è andata: possiamo metterla in archivio. Tra le cose che meritano di essere ricordate menziono qui almeno Piazza del Popolo ad Ascoli Piceno. Tra ieri e oggi ha fatto da set fotografico per numerosi matrimoni, ma a me resterà impressa soprattutto la fotografa.
Fatti 3.400 chilometri uno si chiede cosa troverà nella casella della posta e se l'allarme ha funzionato correttamente. Non avrà invece dubbi sul colore dei semafori di Bellusco.

venerdì 21 agosto 2009

Noi siam di voglia a muoverci sì pieni

- Maestra: Pierino, qual è la cosa più bella che hai visto durante la vacanza in Basilicata?
- Pierino: La cattedrale di Trani.

giovedì 20 agosto 2009

I' mi volgea per veder ov'io fosse

La notte prima di lanciarmi nel volo dell'angelo ho sognato di salire per sentieri di montagna. Sarà stata la lettura del libro di Valzania e Sgarzini, sarà stata la pasta lucana alla cazzilla (variante locale dell'ormai celebre piatto), sarà stata la luce del lampione appizzato davanti alle nostre finestre senza imposte... fatto sta che ho sognato di intraprendere una camminata per la quale sapevo di essere totalmente impreparato. Non avevo idea neppure degli strumenti che mi sarebbero serviti e qualcuno - la mia guida? Virgilio? - mi consigliava dei bastoni da trekking. Ma a me piace talmente camminare in montagna che per evitare i venti minuti di passeggiata per arrivare al secondo punto di lancio ho speso dieci euri per affittare l'asino.

mercoledì 19 agosto 2009

Prima che Federigo avesse briga

Stamattina ho comprato il Corriere (oltre a Repubblica, ovviamente). L'ho fatto per leggere i coccodrilli sulla Pivano. In realtà non li ho ancora letti e ho qualche dubbio che lo faccia: ho dato solo una veloce scorsa. Ho invece letto la lettera di Matteo Lazzaro, studente veneto e leghista e la risposta di Galli Della Loggia. Non so dire quale abbia trovato più fastidiosa... Ma li lascio volentieri a giocarsela tra loro. La polemica sull'unità d'Italia mi serve invece come spunto per parlare dei mali della Basilicata e attraverso di essi di quelli dell'intero paese.
Ci è capitato di arrivare a Venosa (la città di Orazio, come si trova scritto dappertutto, compreso sul cartello stradale all'ingresso della cittadina) in tarda mattinata. Abbiamo atteso la fine della celebrazione di un matrimonio per visitare la splendida chiesa della S.S. Trinità, pensando di proseguire il giro con il retrostante parco archeologico che comprende la celebre chiesa incompiuta. In questo caso, purtroppo, mancano i cartelli di segnalazione e solo chiedendo a qualcuno abbiamo scoperto che l'ingresso è un centinaio di metri indietro, verso la città. Ma la scoperta più fastidiosa è stata sapere che il parco archeologico chiude alle 13.30 e non riapre nel pomeriggio. Agosto compreso! Uno dei tanti (troppi) problemi dell'Italia è la mancanza di uniformità negli orari di apertura di siti, musei, chiese, istituzioni culturali. Napoleone avrebbe imposto l'apertura ininterrotta almeno dalle 9.00 alle 17.00, lasciando poi a ciascuna istituzione, laica o religiosa, pubblica o privata, grande o piccola, gratuita o a pagamento, la libertà di prolungare l'orario, anticipando l'apertura o posticipando la chiusura. Ma dalle 9.00 alle 17.00 non ci sarebbero stati né santi né fanti: tutto aperto. Così farebbe un paese civile nell'anno del Signore 2009. L'Italia non è un paese civile. E non è colpa dei Savoia, come vuole una certa storiografia (ommadonna, storiografia è una parola grossa!), né dello stato centralista, né di Roma ladrona. La colpa ricade - potremmo poi discutere sulla percentuale spettante a ciascuno - su uno stato troppo debole, su una società civile miope e menefreghista, su comunità locali più attente al tornaconto particolare che al bene comune, sull'eterna e mai scissa dipendenza ombelicale da santa madre chiesa. Prima di un Napoleone, ci servirebbe un Federico. Altro che Legnano...

martedì 18 agosto 2009

E stupor m'eran le cose non conte

Siamo venuti in Basilicata per incontrare il Mediterraneo. Ma il mare, non lo neghiamo, ci ha delusi. Eccoci allora sulle Dolomiti Lucane, a Pietrapertosa. In attesa del volo dell'angelo...

lunedì 17 agosto 2009

Ché 'l nome mio ancor molto non suona

Anche durante le vacanze il pensiero del lavoro non mi abbandona mai. "Che lavoro?!" maligneranno i maligni. Malignino pure, fintanto che 'l nome mio ancor molto non suona. Ma un giorno... In attesa di quel giorno ho inviato una presentazione di ALIBI. Chissà mai...

domenica 16 agosto 2009

Tu li vedrai tra quella gente vana

Una giornata un po' così. Del tipo:
- Di dove siete?
- Milano.
- Ah, sono stata a Milano Marittima!
- No, Milano Milano.
- Ma a Milano c'è il mare?
Oppure del tipo che Montescaglioso è meglio di Parigi (del resto i baresi dicono: se Parigi avesse il mare, sarebbe una piccola Bari. E qualcun altro diceva che Parigi è come Monza).
Una giornata del tipo che ho visto il Palio di Siena alla TV, del tutto casualmente.

sabato 15 agosto 2009

O Saùl, come in su la propria spada

Tanto per rimanere in tema di superbi, oggi è il compleanno di Napoleone. Io lo festeggerò mangiando una pizza in quel di Montescaglioso.

venerdì 14 agosto 2009

Più non dirò, e scuro so che parlo

Ecco come appariva la nostra situazione alle 19 di oggi.

E questa la situazione un'ora e sessanta chilometri dopo.

giovedì 13 agosto 2009

Nati a formar l'angelica farfalla

Che "siam vermi" l'abbiamo chiaro tutti, credo. Che pure siamo "nati a formar l'angelica farfalla", invece, temo che lo sappiano in pochi. Non voglio qui parlare di alta teologia, ma di bassa osteria. Dobbiamo ormai arrenderci alla dittatura del bicchiere di plastica? Ovunque, dalle Alpi al Salento, isole incluse? Anche nei parchi nazionali, come quello del Pollino? E trovare un panino fatto al momento, che non sappia di cartone o di nulla, è un'impresa necessariamente destinata al fallimento? Questi baristi della domenica non potrebbero aspirare ad altri lavori, magari anche più redditizi, e lasciare la nobile arte di accogliere e sfamare gli avventori a qualcuno di più preparato e soprattutto motivato? Che io sappia, esiste il divieto di fumo nei locali pubblici, non l'obbligo di infierire sul cliente.

mercoledì 12 agosto 2009

Tu se' omai al purgatorio giunto

Prosegue la risalita. Anche il viaggio pare lentamente indirizzarsi verso il binario giusto. Sto addirittura leggendo un libro, pratica che avevo quasi dimenticato.
PS: il segreto per far apparire le bolle è ripetere come un mantra "u monaco e a monaca"...

martedì 11 agosto 2009

Temp'era già che l'aere s'annerava

Questa vacanza non è partita col piede giusto e il nostro viaggio stenta a "decollare". Oggi sotto l'ombrellone discutevamo dell'influenza dell'effetto "Sardegna a giugno" sul nostro umore attuale. Non che la spiaggia fosse sovraffollata, ma il ricordo di quelle sarde ha avuto il previsto effetto deprimente. Non ha giovato la difficoltà di trovare un bar per mangiare qualcosa. Sembra che qui non sia molto diffusa l'usanza di pranzare fuori: i locali preferiscono portarsi il cibo da casa o tornarci direttamente. Rimangono soltanto pizzette di gomma e gelati confezionati. Abbiamo avuto fortuna a trovare un bar in centro (centro è una parola grossa). Non tanto per i panini, non memorabili, ma per il riparo al nubrifagio che si è abbattuto su queste contrade. Il vento era talmente forte da trascinare in mezzo alla strada i cassonetti dell'immondizia.

lunedì 10 agosto 2009

Però è buon pensar di bel soggiorno

Ho capito da un pezzo che l'albergatore (tanto più nella versione agrituristica) non è un mestiere per tutti. Occorre, indispensabile, la dote dell'accoglienza. Vedere in una reception il calendario storico del duce non è un buon inizio. Almeno per quei pochi (ma siamo davvero rimasti così in pochi?!) a cui neppure l'ipocrita utilizzo dell'aggettivo storico basta a spegnere il fastidio. Diciamolo anzi meglio: il disgusto. Se poi l'albergatore in questione chiede 40 euro a persona, compreso il bambino di tre anni, per una camera che a stento ne varrebbe 40 in totale e si permette di rispondere "questa è casa mia e faccio i prezzi che voglio", bene, non resta altro che girare l'auto e buon pensare di bel soggiorno.
Tornerei dall'antipatico albergatore solo per dirgli che il suo calendario va appeso al contrario. Per i piedi. (E cortesia fu lui esser villano, mi scuserebbe il Poeta).

domenica 9 agosto 2009

Ahi serva Italia, di dolore ostello

Ciascuno ha avuto modo, io credo, di sperimentare quanto sia distante la realtà dall'immaginazione. Uno per esempio si immagina di fermarsi, casualmente, in un agriturismo dotato di tutti i comfort, con gestori capaci di anticipare ogni sua richiesta. E invece si accorge che nel 2009, in Italia, ancora molto - quasi tutto, ahimè - deve essere fatto in tema di accoglienza e ospitalità. Ma non esistono le scuole alberghiere?!! Ah, ho capito: probabilmente anche lì gli insegnanti hanno il compito di formare più che quello di istruire... Chiuderò un occhio (anzi, stanotte spero di chiuderli tutti e due). Ma l'augurio è di trovare un chirurgo istruito e non uno formato, qualora dovessi finire (tiè) in sala operatoria.

sabato 8 agosto 2009

Sta come torre ferma, che non crolla

Siamo ai preparativi per la partenza. Per alcuni aspetti, mi pare di essere sempre alle prese con dei preparativi. Chissà poi bene per che cosa. Il tempo è la cosa di cui soffro con maggior angoscia la mancanza. Me ne servirebbe davvero tanto, libero, per organizzare al meglio tutti i progetti che ho in mente e invece debbo accontentarmi di miseri ritagli. Cerco però di fare mio il monito virgiliano.
PS: "sta" è imperativo, anche se viene riportato con la grafia senza apostrofo.

venerdì 7 agosto 2009

Ed elli a me: "Nessun tuo passo caggia"

Intrapresa ormai la risalita, la stanchezza si fa sentire. Come nelle camminate in montagna, sarebbe bene non disperdere le energie in percorsi fuori dalla retta via. Ma sento la mancanza di una guida affidabile e lungimirante che mi indichi la strada.

giovedì 6 agosto 2009

Possa trascorrer la infinita via

Ho in mente il Mediterraneo in questi giorni e ripenso a Sciascia. Mi sono dunque fermato all'istante, durante la passeggiata tra gli scaffali, quando ho incontrato il volume sopra raffigurato. E ho deciso di comprarlo al volo (d'altra parte, come resistere alla tentazione di uno sconto del 75%?). Riporto qui un breve brano dell'introduzione dello scrittore siciliano (le foto invece sono di Enzo Ragazzini):
Mentre guardavo il presidente (della Repubblica maltese, ndr) intento alle sue pianticelle di peperoncino (seppi poi che ne coltivava una diecina di varietà: e andavano dal tenue al divampante ardore), fu nella mia mente un quieto cedere e dissolversi del tempo, un confluire in quell'angolo di giardino, in quella figura, di memorie antiche e meno antiche, di miti e di storie, di personaggi e di dei.
Stasera parleremo di Mediterraneo. E forse anche di Sciascia.

mercoledì 5 agosto 2009

Che va col cuore e col corpo dimora

Ho contato 18 semafori tra il magazzeno 2 e casa. Ne ho beccati 7 rossi e non sto a dirvi (paralessi, figura retorica assai cara a Demostene) che tra loro vanno annoverati gli implacabili guardiani di Bellusco. Mane o sera nulla cambia. Sono sempre rossi. Che siano pitturati?
S'i' fosse foco, arderei' li semafori;
s'i' fosse vento, li tempestarei;
s'i' fosse acqua, i' l'annegherei

martedì 4 agosto 2009

Dove l'umano spirito si purga

Ho già detto che non ho particolare simpatia per gli automobilisti incapaci e indisciplinati (e spesso le due categorie si sovrappongono a dar corpo alla temibile genia degli incapaci indisciplinati, vero monstrum a quattroruote). Oggi, tornando dal magazzeno, mi sono fermato a un semaforo rosso. Nella corsia accanto, destinata a quelli che dovevano svoltare a sinistra, un'auto ha bruciato il semaforo per scattare avanti a tutti e proseguire dritto. Proprio in quel frangente proveniva in senso opposto una macchina dei Carabinieri. Io ho fatto verso di loro un gesto della mano molto eloquente, a dire: guardate questi. Nello specchietto retrovisore ho visto che la pattuglia faceva inversione di marcia al semaforo appena citato e si metteva a inseguire la vettura colpevole dell'infrazione. Chissà se sono riusciti a fermare e multare l'indisciplinato guidatore. Dai berretti che indossavano, gli occupanti della macchina mi parevano sudamericani. O.

lunedì 3 agosto 2009

Non avean penne, ma di vispistrello

Non potendo - ancora per qualche giorno - viaggiare, mi limito a pensare alla prossima calata a sud, sulle orme di Federico II e di migliaia di pellegrini, crociati, monaci e banditi. E leggo la Rumizeide 2009, dedicata ad abissi e vulcani del Belpaese, tenendo ben presente che al centro dell'inferno (almeno dell'Inferno) c'è il ghiaccio e non il fuoco.

domenica 2 agosto 2009

Innocenti facea l'età novella

Tra i miei vizi riferibili in pubblico, quello del caffè è uno dei più recenti. Al contempo è uno di quelli a cui cedo più frequentemente, pur restando - io credo - ben al di sotto della soglia d'allarme o solo d'attenzione. Quando esagero, infatti, ne bevo quattro al giorno, compreso quello nel latte a colazione. Devo peraltro confessare che non posso neppure definirmi un amante né tantomeno un cultore della bevanda. Mi piace più che altro il rito di interrompere la noia della routine e il caffè mi pare la soluzione più pratica, economica, facile da reperire. Ai tempi avevo iniziato col succo alla pera, ma da tempo mi dà noia, come tutte le cose dolciastre. Sono poi passato al marocchino alternato col caffè macchiato. Ma c'è un ma. Più di uno, anzi. Il marocchino ognuno lo fa come gli ispira il momento e c'è il rischio, soprattutto con le bariste, che la quantità di cacao scaricato sul contenuto del bicchierino (ho pensato che lo facciano o per invidia - le donne tengono più alla linea degli uomini, e si vede - o per cattiveria) sia tanto esagerata da rovinare l'effetto finale. Alcuni poi utilizzano una crema al cioccolato OLTRE al cacao, rendendo il marocchino un'arma d'ostruzione di massa. Va bene interrompere la routine con qualcosa di dolce, ma non per sempre. Col caffè macchiato invece il problema è la velocità con cui il barista versa il latte nel caffè. Se lo fa troppo in fretta, infatti, viene un brodo primordiale che a me non piace granché (avete presente quella scena di Guerre stellari in cui i protagonisti rischiano di essere schiacciati in una trappola mentre nuotano in una brodaglia?). Dunque, se non sono certo dell'abilità del barista ormai opto per il caffè semplice. Ma anche qui sono rare le volte che ne resto soddisfatto. Non ieri sera, per esempio. Ma a parziale discolpa delle bariste stava la giovane età.

sabato 1 agosto 2009

Oh sovra tutte mal creata plebe


Ho voglia di staccare la spina e rilassarmi un po'. In attesa di poterlo fare, posto L'Amaca di Michele Serra di giovedì, con la quale concordo totalmente. Financo nel punto finale.
Sento alla radio una deputata leghista spiegare che la storia dell'esame di dialetto locale per i professori è un'invenzione della stampa. Che l'intenzione vera è solo chiedere agli insegnanti "rispetto delle tradizioni locali". Non è che cambi un granché. Bisognerà pur cominciare a dire che nelle "tradizioni locali" questo paese affoga come nelle sabbie mobili, che i suoi pochi passi nella modernità li ha fatti non grazie alle "tradizioni locali" ma nonostante o addirittura contro di esse, che lo sforzo nazionale e unitario - sforzo di identità, di concittadinanza, ripeto di modernità - è incompleto e fragile anche per via della grettezza paesana, dei santi patroni, della retorica piccola e immobile sul campanile, la piazza, il porticato, l'aia (oggi il capannone? la rotonda stradale? il discount?), e che negli ultimi vent'anni questo paese ha galoppato all'indietro anche grazie alla Lega, grande vettore di ogni mediocrità provinciale, di ogni complesso di inferiorità "popolare", partito reazionario quanto nessun altro nella storia repubblicana. Imparare l'italiano, diventare italiani e sgrezzarsi da un passato di soggezione e di miseria è stato tutt'uno per milioni di italiani del Nord e del Sud. Punto.