mercoledì 26 agosto 2009

Quando Maria nel figlio diè di becco!

Amarcord... Mi ricordo che, in una vita precedente, ero seduto su una panchina dei giardini del Palais Royal a Parigi e scrivevo una cartolina. L'illustrazione riproduceva una miniatura di Jean Fouquet sull'assedio di Gerusalemme a opera delle legioni di Tito. Ero appena stato alla mostra dedicata al pittore francese alla Bibliothèque Nationale e trascrivevo sulla cartolina un passo di un articolo di uno studioso israeliano che avevo utilizzato per la mia tesi di laurea: parlava di Maria la cannibale, una dei personaggi più drammatici del racconto dell'assedio e della capitolazione di Gerusalemme che ci ha lasciato Flavio Giuseppe nella sua Guerra Giudaica. Maria arrivò a cibarsi del figlioletto, sfinita dalla fame. Dell'episodio si ricorda anche il divin poeta.
Destinatario della cartolina era lo stesso professore. Conservo ancora - mi ci è voluto un po', come al solito, per ritrovarla - la cortese risposta dello studioso. Era rimasto piacevolissimamente stupito della mia cartolina e mi augurava di trarre profitto dalla laurea, aggiungendo (in francese, come il resto della misssiva):
Mais, si je comprends bien, vous n'êtes pas mécontent de ce que vous faites présentement.
Non ricordo cosa gli avessi scritto riguardo il mio lavoro di allora, ma dubito di aver espresso qualcosa che potesse suggerire una soddisfazione da parte mia. Sarà stata colpa del mio pessimo inglese (e vi lascio immaginare il francese!).
Correva l'anno 2003...

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