martedì 31 marzo 2009

I miei luoghi d'autore

Sto preparando la locandina per il prossimo ciclo di incontri in biblioteca, intitolato I Turchi alle porte. Navigando su internet, mi sono imbattuto in quella del ciclo dell'anno scorso, Luoghi d'autore. E mi ha fatto piacere.
Chi vuole, la ritrova qui.

martedì 24 marzo 2009

I pistacchi di Nelson

Nell'hotel di Torino dove abbiamo soggiornato abbiamo ricevuto il gradito omaggio di una scatola di cioccolatini (e di una confezione di crema di cacao). Solo oggi, però, mi sono accorto di una particolarità: alcuni sono infatti impreziositi da un pistacchio di Bronte.
Embè, qualcuno di voi potrebbe dire (perdendo all'istante la residua stima di cui magari ancora gode ai miei occhi). Embè un piffero! Il nome di Bronte è indissolubilmente legato a quello dell'Ammiraglio Nelson, mica di padrecionfoli! Lord Nelson ebbe la ducea di Bronte dal suo ammiratore numero uno, il re di Napoli, Ferdinando I (noto anche come il Re Lazzarone e il Re Nasone).
Nella foto i pasticcini con pistacchio sono quelli della seconda fila da sinistra.

lunedì 23 marzo 2009

Bussando alla 99esima porta

Ho trascorso un bel weekend a Torino, tra mummie, sfingi, vecchie conoscenze e bicerin. Ho comprato anche El País di domingo in una libreria del centro.
L'inserto EP Semanal riportava la classifica delle cento canzoni più importanti per la propria vita scelte da altrettanti cantanti spagnoli e ispanoamericani. Al primo posto figura Ne me quitte pas di Jacques Brel (confesso di non conoscerla) che ha la meglio su God only knows dei Beach Boys e Help dei Beatles.
Ma a sorprendermi maggiormente è la posizione di una delle mie due canzoni più preferite in assoluto: Knockin' on Heaven's door (peraltro scritta con la "g" finale) si piazza infatti soltanto al 99° posto, davanti a La Estrella di Enrique Morente.
L'unico italiano presente è Gino Paoli con Il cielo in una stanza, 95esima.
Senza parole. Toc, toc...

giovedì 19 marzo 2009

La selva di Birnam a Mezzago

Avevo già doppiato i dannati scogli di Scilla e Cariddi (gli inutili semafori di Bellusco) e mi approssimavo verso Itaca, quand'ecco che all'orizzonte ho visto muoversi la selva di Birnam. O meglio: i campi incolti davanti a me ondeggiavano sollevando una nuvola di polvere marrone. Appropinquandomi ho constatato che un gregge di pecore transumava per le desolate lande di Mezzago.
Magari, nascosto tra di loro, l'astuto Ulisse (o Filottete, secondo altri, ma magari ne riparlerò) prendeva la fuga dall'odioso mostro monocolo, ormai cieco.

giovedì 12 marzo 2009

Il cammelliere di Cernusco

C'è una curva (l'attacco è classico: virgiliano e prim'ancora omerico) tra Carugate e Cernusco che permette di vedere chi conduce la carovana. Mentre si è in colonna, infatti, non si ha la possibilità di capire se la velocità di crociera da pensionato sul lungomare di Diano Marina sia effetivamente dovuta al traffico. Quando invece si arriva alla curva in questione si vede la situazione davanti e allora si comprende. Mi capita spesso di constatare che si procede a 60 all'ora a prescindere, senza una reale causa impendiente. E allora mi pare di far parte, mio malgrado, di una truppa cammellata che vaga nel deserto della Brianza riarsa dalla crisi, guidata da un cammelliere privo di speranza di arrivare all'oasi tanto desiata.
Per fortuna il mio Storm (tempesta nel deserto) mi tiene in contatto con il mondo reale (che in realtà esiste solo nelle mie aspirazioni) e mi comunica la lieta novella: l'Imarabe mi riserva due biglietti per (ri)vedere la splendida mostra su Bonaparte in Egitto. Potrò così visitarla sia sabato che domenica.
Alla faccia del cammelliere di Cernusco. Che mi aspetterà lunedì, inevitabilmente sulla curva.
Dritta è la via del saggio. Curva quella del cammelliere.

lunedì 9 marzo 2009

Parigi 1990

Diciannove anni fa come oggi la mia vita cambiava radicalmente. Era già cambiata altrettanto radicalmente appena due mesi prima, ma quel lontano (ma davvero lontano?) 9 marzo il cambiamento era dolce e benvenuto.
Si era a Parigi, sotto l'Arco di Trionfo. Potreste trovare una location più simbolica?
C'erano ancora l'Unione Sovietica, Craxi e la Juve di Baggio (e in verità non vengo sopraffatto dai rimpianti). Non esistevano i telefonini, internet non sapevamo cosa fosse, volare costava un patrimonio e si scattavano foto ancora su pellicola. Sembra il medioevo. Ma era appena diciannove anni fa. Tutto è cambiato. Quasi tutto è cambiato. Una cosa non è cambiata. Ti amo, amore mio.
E poi non dire che non ti faccio mai regali!

sabato 7 marzo 2009

Diceva bene il Presidente

Grande è la confusione sotto il cielo, dunque tutto è stupendo. Diceva bene il Presidente. La sentenza forse si può adattare anche al mondo del giornalismo, almeno a quello italiano. Il vecchio è ormai morto e il nuovo sta nascendo tra atroci doglie. Ma il futuro non può attendere all'infinito...
PS: diceva bene il presidente è una cripto-citazione.

mercoledì 4 marzo 2009

Il pane tende all'olio

In attesa di approntare la sezione di immagini dedicate agli almuerzos, posto qui una foto del mio recente pranzo al British Museum. Al ristorante sopra la Central Court versano dell'olio extra-vergine di oliva (spagnolo) in un piattino, invitando poi il commensale a scegliersi il tipo di pane che preferisce dal cestino porto dal cameriere.

Lassù qualcuno mi controlla

Il mio capo, anzi i miei capi (anzi: due dei miei capi) sono in Germania. Da lì pare che buttino ogni tanto l'occhio per verificare che non combini qualche boiata. Per lo meno più grossa del solito...
Nel frattempo il mio vero capo mi ha detto "ciao" per la prima volta.