venerdì 31 dicembre 2010

Che spettacolo!

Sarebbe bello lasciare nel 2010 disservizi e compagnia brutta. Sarebbe bello come prenotare su internet tre posti al cinema per la modica cifra di 27 euro e non trovarsi alle prese con un distributore di biglietti fuori servizio (ma a me è andata bene! Peggio agli incauti che hanno inserito la carta di credito nonostante il cartello della foto...). Ma si tratta di un sogno, ancora più fantasioso di quelli dei protagonisti del film d'animazione Rapunzel...

giovedì 30 dicembre 2010

Continua l'odissea nel mondo dei corrieri

Stamattina alle 10.30 indossavo ancora il pigiama, va bene (vedi post sotto), ma alle 15.39 ero fuori casa (uscito da pochi minuti). Non ho potuto quindi ritirare il pacco che mi aveva portato il corriere SDA. Rincasando alle 19.30 ho trovato l'avviso di passaggio sulla cassetta della posta. Ho fatto appena in tempo a chiamare il servizio clienti per conoscere la prossima mossa: il secondo passaggio è fissato per lunedì 3 gennaio. Ho fatto presente che ci sarò soltanto la mattina, ma l'addetta non ha aggiunto altro se non che non poteva garantirmi il passaggio in mattinata. Facile prevedere che il corriere arriverà di pomeriggio, allungando di un'altra puntata l'interessanterrima odissea dei corrieri. L'Italia non è un paese per destinatari.

TNT è sul pezzo

Non sono esattamente un dormiglione, però confesso che oggi alle 10 e mezza ero ancora in pigiama. Lo squillo del citofono mi ha quindi trovato del tutto impreparato. Ho pensato che fosse arrivato uno dei due libri (in realtà sono tre, ma non ditelo a MM, altrimenti mi toglie la paghetta!) che sto aspettando: i miei auto-regali di Natale. In effetti al cancello ho trovato un corriere di TNT che mi ha consegnato un plico. Con mia grande sorpresa, però, non conteneva nessuno dei volumi attesi, bensì il Calendario Atlante De Agostini 2011. Questa sì che è una bella (e graditissima) sorpresa! Grazie Paola! :-)

mercoledì 29 dicembre 2010

DHL e il Post Scriptum

Giornata intensa, ieri, sul fronte DHL. Nel primo pomeriggio ho ricevuto una mail da parte del servizio clienti online con questo messaggio:
Gentile sig. Stucchi,
ci scusiamo per il disservizio. Abbiamo provveduto ad inoltrare la sua segnalazione con pratica n.xxxx, verrà ricontattato dai colleghi del reparto competente.
Cordiali saluti
Effettivamente qualche ora più tardi mi ha telefonato un altro addetto per scusarsi del disservizio. Ho fatto presente il corto-circuito tra operatori e corrieri che evidentemente non riescono a comunicarsi le informazioni con l'accuratezza e la rapidità che il servizio postale richiede per poter essere definito soddisfacente. Ho mantenuto un tono volutamente accomodante e conciliante, ribadendo la finalità positiva della mia critica: migliorare, appunto, il servizio alla clientela. Tutto bene, dunque. Sì, ma leggete il Post Scriptum qui sotto...

Post Scriptum: eravamo rimasti alla mia disposizione secondo la quale avrei ritirato personalmente il pacco in deposito, ieri mattina. Ero ancora in pigiama quando lo squillo del citofono mi ha annunciato il corriere DHL con il mio tanto agognato plico. Fosse passato mezz'ora dopo non mi avrebbe trovato: sarei stato in deposito a cercare inutilmente il pacco...

lunedì 27 dicembre 2010

DHL non mi soddisfa

Pare che negli Stati Uniti i blog (almeno quelli più seguiti) abbiano il potere di costringere le multinazionali a migliorare i servizi forniti ai propri clienti. Le aziende sanno bene che una critica ben documentata è più potente di una campagna pubblicitaria sui principali network e quindi corrono subito ai ripari appena registrano il propagarsi del malcontento. In Italia no (mancoperlepalle, stavo per scrivere). Prendiamo per esempio il disservizio che sto subendo in questi giorni da DHL. Il 23 dicembre trovo sulla cassetta della posta l'avviso di passaggio del corriere. Arrivato in casa telefono al numero (non verde) e fisso un secondo passaggio per la mattina del giorno dopo, vigilia di Natale. Poco prima delle 12.30, limite fissato dall'impiegata con cui avevo parlato, richiamo e mi sento dire che il corriere è sì passato, ma ha trovato chiuso. Domando all'impiegata come fosse possibile, dato che l'indirizzo corrisponde a un'abitazione privata, in cui qualcuno era rimasto appunto in attesa dell'arrivo del corriere. Chiedo anche a cosa fosse servito fornire il mio numero di telefono, se poi nessuno mi aveva chiamato. La risposta è stata un classico dei dis-servizi all'italiana: il corriere non è tenuto a telefonare e poi quello era ciò che a lei risultava dal terminale. Ma eravamo ancora nell'ordine del solito disordine. Fissato per oggi per il terzo passaggio, chiamo questa mattina per avere la conferma e l'impiegata non sa dirmi l'orario in cui passerà il corriere: dalle 8.30 alle 18.30. Una finestra di tutto rispetto. Ma non è bastata. Infatti alle 17.30 ho telefonato per l'ennesima volta, conoscendo i miei polli e ho avuto la conferma che DHL non sa lavorare: per lo meno non sa gestire il servizio clienti. L'impiegato con cui ho parlato questa volta, dopo che il suo collega un minuto prima aveva interrotto la comunicazione per un motivo che ignoro, mi ha comunicato che il terzo passaggio era in realtà previsto per domani. Rispiegare tutto l'iter non mi è servito a niente. Ho deciso così di passare personalmente in deposito, domani. Poi vedrò se e come potrò sporgere reclamo. Intanto faccio quello che farebbe un blogger americano: denuncio sulla rete l'incompetenza di DHL, sperando che l'azienda ne tragga una lezione. Ma non nutro alcuna speranza in questo senso.

giovedì 23 dicembre 2010

Sempre più Popolare!

Questo pomeriggio ho parlato a Jalla! Jalla! di due mostre sui Longobardi, attualmente in corso, la prima a Spilamberto (MO) e la seconda a Monza. Prosegue, così, la mia collaborazione con Radio Popolare, iniziata un po' casualmente quasi due anni fa con un'intervista che mi fece Claudio Agostoni. L'effetto "traino" sulle visite ad ALIBI è pressoché inesistente, però devo ammettere che mi diverto e ci sto prendendo gusto.

ALIBI: Akhenaton a Ginevra

venerdì 17 dicembre 2010

Ma come sono Metsu!?

È stato senza dubbio uno dei viaggi più faticosi che abbia mai fatto. Eppure doveva essere poco più che una gita culturale in giornata. Ad Amsterdam. E invece.... E invece ho dato retta alle previsioni di Meteo.it che pronosticavano un basso rischio di pioggia nel pomeriggio, quando io e i miei compagni di avventura saremmo stati a visitare la mostra sul pittore Gabriel Metsu. All'arrivo ad Amsterdam ho compreso di aver commesso un grave errore che ho pagato per tutta la mattinata, inzuppandomi come un pastore belga (nel senso del cane, non del sacerdote). Mi sono salvato dal naufragio acquistando un ombrello nero stile milord per soli 5 euri. Purtroppo però le scarpe erano ormai ridotte a due spugne, tanto che durante il pranzo con presentazione stampa della mostra, ho osato togliermi la scarpa destra per evitare che mi si congelasse il piede.

Un giro di carta igienica tra il piede e la calza e un altro tra la calza e la scarpa mi hanno permesso di arrivare a casa sano e salvo, in condizioni più che discrete. Certo, mi sarei volentieri risparmiato le tre ore bloccato sull'aereo in messianica attesa dello sbrinatore, ma - come si suol dire - tutto è bene quello che finisce bene. Mi ero alzato alle quattro (ormai quasi 24 ore prima) per tornare finalmente sotto le coperte alle due e mezza. Anzi: alle due e Metsu!


mercoledì 15 dicembre 2010

Mangiare l'orecchio a Casini


"El primer ministro, que sabe más por viejo que por diablo, no necesitaba el soplo. Nada más acabar la votación, se acercó a los democristianos de Pierferdinando Casini, y comió la oreja del líder católico entre besos y susurros. Besar a Casini, en Italia, no equivale a besar al Papa, pero es igual que basar a la curia. De forma que, ancora una volta, será lo que la Santa Madre Iglesia quiera que sea".
Così oggi Miguel Mora sul País.

martedì 14 dicembre 2010

Romae omnia venalia esse

Verum ex eis magistratus et imperia, postremo omnis cura rerum publicarum minime mihi hac tempestate cupiunda videntur, quoniam neque virtuti honos datur neque illi, quibus per fraudem is fuit, tuti aut eo magis honesti sunt. Nam vi quidem regere patriam aut parentes, quamquam et possis et delicta corrigas, tamen inportunum est, cum praesertim omnes rerum mutationes caedem, fugam aliaque hostilia portendant. Frustra autem niti neque aliud se fatigando nisi odium querere, extremae dementiae est: nisi forte quem inhonesta et perniciosa lubido tenet potentiae paucorum decus atque libertatem suam gratificari.

E dato che la storia si ripete scadendo da tragedia a farsa, loro avevano Sallustio per raccontare la fine di un'epoca, noi abbiamo Sallusti.

lunedì 13 dicembre 2010

Ci mettiamo la firma

La situazione è grave, ma non seria. Quella che è forse la più citata delle celebri sintesi di Flaiano torna di strettissima attualità oggi (e soprattutto domani, è il timore). Ma noi parliamo di cose serie, per un momento, e lasciamo sfumare in sottofondo il vocio da fiera delle pulci. E usiamo il noi come fanno Guzzanti padre e il Mago Otelma (due comici non professionisti, anche se non del tutto involontari), intendendo cioè unicamente le proprie rispettive persone. Oggi abbiamo messo la firma su un pezzo di carta che de facto ci avvicina al dorato mondo dei parlamentari italiani. Da gennaio avremo infatti il privilegio di dover lavorare solo due giorni alla settimana. In teoria saremo quindi liberi di trovarci un'altra occupazione (la quinta o la sesta, non ricordiamo più bene), mentre in pratica cambierà ben poco. Si fa sempre più forte, però, la tentazione di coltivarsi un collegio elettorale in sedicesimi e di fare gli ospiti fissi alle trasmissioni di approfondimento politico. Poi magari ci faremo invitare in quella ridente località della Brianza in cui una villa è costantemente vigilata da diverse pattuglie delle forze dell'ordine. E varcando il cancello dovremo trattenere la domanda che da sempre vorremmo porre loro: "Ma l'avete preso?!".

venerdì 10 dicembre 2010

Anche le formiche, nel loro piccolo, sparano c.

Davvero strano questo paese. E non parlo di Mezzago. Un paese in cui per risolvere i guai giudiziari di un individuo (uno a caso) le menti più intraprendenti ne escogitano di ogni tipo. E poi ci si lamenta della fuga dei cervelli! Ma che fuga e fuga! (e soprattutto che cervelli e cervelli!). Le meglio menti sono ancora tutte qui, tra noi, e aspirano a realizzare gli ideali più nobili. Euro in più, euro in meno (c'è anzi il timore che qualcuno lo faccia a gratis). Uno a caso rischia di finire in galera? E che diamine! Facciamolo senatore a vita! E il direttore di un giornale - uno a caso - si dice dispiaciuto di non averci pensato lui per primo. E un altro celebre giornalista, oggi su posizioni distanti ma proveniente dal medesimo passato, afferma che chi si scandalizza è colpevole di ingenuità e fa notare che c'è già un senatore a vita piuttosto chiacchierato. Dunque di che stupirsi?! Di nulla. Anzi, allunghiamo la lista e apriamola a chi fa fallire una multinazionale, a chi accantona fondi neri, a chi commercia in armi, a chi spara cazzate... Una logica implacabile, aristotelica. Mi spiace ammetterlo, ma gli anni che mi si accumulano sulle spalle ancora non mi hanno insegnato ad apprezzare gli smaliziati che ritengono di sapere come va il mondo solo perché hanno perso (se mai l'hanno avuta) la dignità di nutrire un sano disprezzo per tutto ciò che lo merita. Per esempio quest'ennesima scemenza.

giovedì 9 dicembre 2010

Yo soy bloguero

A prescindere dallo scarabocchio nero su bianco, cresce in me la consapevolezza di essere un blogger (con tutte le conseguenze del caso). Ne sto facendo un lavoro, ma anche un approccio al mondo della comunicazione. Non vorrei arrivare a dire "una filosofia di vita" perché ho troppa stima di voi, miei dodici affezionati lettori, di me stesso e soprattutto di Socrate, Platone e Luciano di Samosata (che a rigore non era filosofo, ma io considero tale). Staremo a vedere nei prossimi mesi come si svilupperà questa impresa e quelle che le ruotano attorno. Ovviamente ve ne renderò conto qui, su Belpais. :-)

mercoledì 8 dicembre 2010

Somos lo que comemos

Siamo quello che mangiamo, eh sì. Lo ricorda anche Ferran Adrià, il celebre chef del Bulli, in un articolo pubblicato sul País Semanal qualche domenica fa. Lo correda un servizio fotografico di Peter Menzel che ha girato il mondo per immortalare 80 diete differenti, da quella della modella americana che consuma 2.700 calorie al giorno, a quella del mercante di cammelli egiziano che ne consuma 3.200, esattamente 1.000 in meno del torero spagnolo: niente però a confronto delle 6.500 calorie al giorno del cacciatore di foche groenlandese, ovvero poco più di otto volte la dieta quotidiana di una pastora masai, che si ferma a 800. Tornato da teatro (ho visto il bel Doctor Frankenstein dei Cantieri Teatrali Koreja al Tieffe di Milano), ho mangiato un po' di pane con la bresaola mentre sfogliavo il servizio.

martedì 7 dicembre 2010

Putinate alla fattoria degli animali

Pare che il piano B preveda un passo indietro per Berlusconi che finirebbe col fare il ministro degli Esteri, lasciando la poltrona di primo ministro ad Alfano o Letta (Morandi è già impegnato con Sanremo, Fabio Volo ha ripreso da poco la sua trasmissione e io devo aver lasciato il cellulare spento, zioporcino!). L'ipotesi ha il sapore di una barzelletta che non fa ridere e spero lo stesso valore. L'unico fatto positivo sarebbe il passo indietro dell'attuale responsabile della Farnesina che ha "salutato" l'arresto di Assange con la gratuita dichiarazione: "Assange ha fatto del male alle relazioni diplomatiche internazionali e mi auguro che sia interrogato e processato come le leggi stabiliscono". Non farà benissimo alle relazioni diplomatiche dire che il re è nudo, anzi i re sono nudi (e i mezzi-re, i quarti di re, i principi consorti, i vassalli e i valvassori, gli scudieri e gli stallieri - ma lasciamo stare gli stallieri...), figurarsi le parole di Minniti o il comportamento del sindaco di Firenze che scambia la villa di Arcore per la stalla di Betlemme... Pare che l'asinello, appoggiato il muso alla finestra per curiosare, non sia riuscito a distingurere rottamatori da rottamandi. Mancano ancora settimane al cenone e siamo già alle cozze.

lunedì 6 dicembre 2010

1899: Odissea nella Blogosfera

Belpais pare registrare un discreto successo: Wikio lo pone al milleottocentonovantanovesimo posto nella classifica dei blog. Non male, soprattutto considerando che a gennaio la sua quotazione era 40.380. L'obiettivo del 2011 è scendere sotto quota 1.000! :-)

domenica 5 dicembre 2010

Macché ricambio d'Egitto!

Dopo trent'anni di potere ininterrotto il faraone sembra questa volta pronto a far posto a qualcuno di più giovane. Qualcuno a caso: PierRamsete III...

sabato 4 dicembre 2010

Chissà perché

In un recente viaggio in Svizzera, al momento di ordinare la cena, qualcuno mi ha fatto notare che il risotto buono lo si mangia in Italia, perché rischiare dunque una più che probabile delusione scegliendolo in un ristorante all'estero? Ovviamente ho ordinato il risotto e mi è piaciuto molto. La scena si è ripetuta in almeno un paio di occasioni davanti alla tazzina del caffè, questi sì al di sotto della sufficienza. Per non parlare della pizza, notoriamente immangiabile quando si oltrepassa il confine, in qualunque direzione della rosa dei venti si vada. Chissà perché, però, il peggior risotto che abbia mai mangiato e il peggior caffè che abbia mai bevuto li ho presi in Italia... E taccio della pizza in cui ho avuto la sfortuna d'imbattermi stasera qui a Roma. Al solo pensiero sto male...

venerdì 3 dicembre 2010

Lettere Persiane

A chi rimproverava i Persiani per essersi compromessi a un'iniqua trattativa coi nemici Mongoli, il saggio Pensassort replicava con orientale ma altrettanto lapalissiana evidenza: i Mongoli non avevano motivo di scendere a patti coi Mongoli, appunto perché erano già Mongoli. I Persiani - chiudeva così il discorso - erano deboli, ma non Mongoli...

giovedì 2 dicembre 2010

La giornata degli specchi

Giornata molto intensa, fatta di parole (soprattutto di altri) e specchi: quelli di Tiziano - ammirato due volte in anteprima (accanto a MM l'ex sindaco di Milano Borghini) e quelli di Tiepolo a Palazzo Clerici.
E tra poco Roma e la passeggiata per i Fori Imperiali...

mercoledì 1 dicembre 2010

Cicchitto e Berlusconi

Lo so: come titolo è un po' forte, ma in quest'epoca di decadenza bisogna ritrovare il coraggio di chiamare le cose col proprio nome. Dunque Cicchitto e Berlusconi. Del secondo cos'altro rimane da dire? Poco o nulla. Poco o nulla sembra aver da dire anche Cicchitto, ogni volta che deve rilasciare una dichiarazione ufficiale, e cioè almeno un paio di volte al giorno. Ci siamo ormai abituati alle sue comparsate televisive che hanno l'unico merito di essere meno fastidiose di quelle di Capezzone, ma mi pare che sia modesto come merito. Mi domando se davvero Cicchitto creda all'indispensabilità cosmica di Berlusconi, senza il quale - parrebbe dalle sue tirate sempre più stanche - il sole invertirebbe il suo cammino, le piramidi crollerebbero (tacciamo di Pompei, va') e i comunisti sarebbero finalmente liberi di imporre la loro dittatura su tutto il globo terracqueo (isole comprese). Ma cosa succederà davvero il giorno dopo? Con che animo Cicchitto si alzerà dal letto? Ma, soprattutto, dovremo ancora sorbirci le sue dichiarazioni o un'amnistia generalizzata ci libererà di questa tortura? Ai posteri l'ardua sentenza. Vabbè, sentenza fa un po' giustizia a orologeria...

domenica 28 novembre 2010

Evviva la fuga (di notizie)

I primi file decrittati da WikiLeaks stanno invadendo le redazioni dei giornali di tutto il mondo. Anche Belpais è entrato in possesso di una cartella "scottante". Ecco una selezione dei documenti più compromettenti:
- L'ambasciatore USA a Roma afferma che le barzellette di Berlusconi non fanno ridere, mentre le poesie di Bondi fanno proprio [omissis].
- Un ministro birmano confessa che quando gli hanno presentato l'omologo italiano Calderoli ha pensato di essere su Scherzi a parte.
- In una comunicazione cifrata lo stesso ministro birmano conferma che tutt'oggi pensa che Calderoli faccia parte del cast di Scherzi a parte.
- In una telefonata da un cellulare ritenuto a prova di intercettazione, lo stesso ministro confessa di non aver mai amato la trasmissione Scherzi a parte.
- Quando agenti della CIA gli hanno spiegato che Calderoli è davvero un ministro del governo italiano, il ministro birmano è andato in edicola a comprare tutti i DVD della serie Scherzi a parte. L'edicolante sostiene di avergli sentito bofonchiare "Alla fine tanto male non era, come format... e di certo ho visto di peggio".
- Una gola profonda all'interno del governo tedesco confessa che la cancelliera Merkel pensava di essere su Scherzi a parte quando il primo ministro italiano le ha fatto quello scherzo infantile durante un summit internazionale.
- Un agente dei servizi di sicurezza bulgari ha scritto in un'informativa che un noto produttore di bevande alcoliche ha preso a pugni un giornalista italiano. Il suo superiore ha corretto l'informativa mettendo tra virgolette la parola "giornalista".
- La segretaria personale ha informato il premier guatemalteco della visita del ministro della cultura Bondi agli scavi di Pompei dopo il crollo della Domus dei Gladiatori. Il premier guatemalteco non credeva alla notizia. Non del crollo della Domus, né della visita successiva. Non ci credeva che Sandro Bondi è davvero ministro della cultura. Pensava di essere su Scherzi a parte.
- In un'informativa riservatissima dell'ambasciatore del Burundi a Tokyo l'interessato confessa la convinzione di credere che gli stessi ministri Bondi e Calderoli (la lista in realtà è molto più lunga, ma gli altri nomi sono coperti da omissis) pensino di essere su Scherzi a parte.
- Putin ritiene che Apicella sia stonato. Apicella pensa lo stesso di Putin (lo rivela un telegramma inviato dall'ambasciatore del Togo).
- Il papa sarebbe pronto a riconoscere che il Sole non ruota attorno alla Terra, ma i cardinali starebbero ostancolandolo perché convinti che la gente non sia pronta per una rivelazione così clamorosa.

Semplificazione

Noi storici dei poveri preghiamo tutte le sere che emerga prima o poi un Tacito in grado di raccontare ai posteri, sine ira et studio, quest'epoca di inarrestabile decadenza che stiamo vivendo. Il novello Cornelio avrà fin troppo materiale su cui lavorare, a prescindere dai file decrittati di WikiLeaks. Lo immagino mentre affronta la dichiarazione all'Ansa del Ministro della Semplificazione Calderoli. Lo vedo tentennare. Mi sembra di sentire il suo bisbiglio mentre legge a se stesso le parole sopra riportate. Ma non riesco a prevedere se avrà sufficiente forza di arrivare fino all'ultima riga. Vorrei sussurargli all'orecchio di non preoccuparsi: il titolo è già più che sufficiente. Alla semplificazione non resta che opporre la semplificazione.

venerdì 26 novembre 2010

Io e Vodafone

Essendone stato cliente per molti anni, pensavo tutto il peggio possibile di Telecom e TIM. Poi sono passato a Vodafone. Continuo a pensare tutto il peggio possibile di Telecom e TIM, ma ora, nel mio inferno personale, li metto in compagnia di Vodafone (sarà per quello che si chiamano compagnie telefoniche?!). Non vi annoio con tutte le angherie che ho subito: sono certo che ciascuno di voi ha un cahier de doléances ben fornito. Ma quello che davvero mi fa infuriare è che debba digitare sei o sette numeri prima di parlare con un operatore, a volte selezionando la stessa richiesta in passaggi successivi. Invece di spendere milioni di euro in campagne pubblicitarie sempre più imbarazzanti (sono peggio dei cinepanettoni, da cui peraltro pescano personaggi e gags da bagaglino) non sarebbe meglio fornire alla clientela un servizio degno di questo nome?

Belpais festeggia con Napo

Sì, va bè: la neve sul piano padano (oggi sono decisamente CCCP); le occupazioni studentesche; la guerra tra le Coree; i Pro-Vita da Fazio; Casini e Montezemolo; Mara e Alessandra... Nulla di nuovo sotto il sole. Ma Belpais festeggia i suoi primi 500 post con i cioccolatini delle donne di Napo. Ne ho parlato anche su Radio Popolare (dei cioccolatini di Napo, non dei 500 post di Belpais...).

martedì 23 novembre 2010

I presunti diari di Hello Kitty

Voi correreste in edicola a comprare I presunti diari di Hello Kitty? No, non rispondete: è una domanda palesemente retorica con risposta negativa implicita... Beh, in libreria sono in vendita i presunti diari di Mussolini, pubblicati da una prestigiosa casa editrice dopo essere stati acquistati da Dell'Utri. Ieri ho visto alcuni momenti della trasmissione che Lerner ha dedicato - anche - alla pubblicazione di queste agende. Beh, da storico dei poveri, ho sentito delle baggianate a livello del Grande Fratello. Mi ha stupito soprattutto la leggerezza (inconsistenza) delle argomentazioni con cui Dell'Utri ne sosteneva l'autenticità. Pardon: la presunta autenticità. Non male per uno che combatte da tempo - pro domo sua - la cultura della presunzione, del sospetto.

lunedì 22 novembre 2010

Legalizziamo le droghe

Non ho particolari simpatie per Pannella e i suoi (sto usando un eufemismo), ma forse sarebbe il caso di prendere in seria considerazione la legalizzazione delle droghe. Non per niente: almeno si spiegherebbero uscite come quella immortalata nella foto qui sopra, presa dal sito del Corriere. A prescindere dal tono simpaticissimo tipico del Partito dell'ammmore, rimangono da spiegare l'immagine e soprattutto le motivazioni che hanno spinto i committenti a esprimere la solidarietà al capo di un governo manifestamente alle cozze (e non per i meriti della sinistra, peraltro). "Tra il sublime e il ridicolo non c'è che un passo" diceva Napoleone. Molto meno tra il ridicolo e l'allucinazione.

domenica 21 novembre 2010

C'è un piano per cancellare la retta

Lasciate perdere i paranoici patrioti a stelleestrisce che divelgono i cartelli stradali perché li considerano segnali in codice destinati ai nemici pronti a invadere gli USA. Qui si parla di cose serie. Le menti più raffinate l'hanno compreso da tempo: c'è un piano del Governo per cancellare la retta. Non del nostro governo, incapace di affrontare l'emergenza rifiuti campana o garantire la tutela del patrimonio storico e artistico o predisporre una qualche iniziativa valida contro la crisi economica. No, no: del Governo pluto-masso-giudo-comu-ricchio-juve-matu-musul-buro-cratico che regge le sorti del mondo (piuttosto alla cazzilla, a giudicare dai risultati... ma questo è un altro discorso). Il piano consiste nel far scomparire i rettilinei dalle strade italiane, cominciando dalla Lombardia (la Padania non esiste) e più precisamente dalla Brianza. In illo tempore, nei bei giorni andati - quando Berta filava - era possibile percorrere interi chilometri senza incontrare una rotonda né un semaforo. L'automobilista brianzolo poteva illudersi di guidare lungo le mitiche strade degli States, fuorviato anche da cartelli tipo California in quel di Lesmo. Da anni ormai il paesaggio è cambiato e le rotonde in Brianza sono più comuni dei cactus in Arizona. Quelli che ancora riescono a fare un chilometro su un rettilineo tengono il segreto per sé per il timore che una qualche amministrazione locale, municipale, provinciale, regionale, nazionale, continentale o il succitato Governo, intervenga a modificare in modo innaturale il percorso piazzando una rototoria e/o un semaforo e/o una cunetta di un metro e mezzo (le più alte hanno in cima dei faretti per segnalarne la posizione agli aerei durante la notte o nei giorni di nebbia...). Le agenzie turistiche più aggiornate stanno già offrendo pacchetti all-inclusive verso i paradisi del rettilineo per automobilisti frustrati: volo + hotel + autonoleggio. Le mete più gettonate sono la Basilicata e la Castilla y Leon. Qualcuno si stupisce di questa nuova moda, ma io personalmente non ne vedo il motivo. Esistono il turismo sessuale, enogastronomico, artistico, sportivo e financo quello venatorio (chiedete al buddista Baggio): perché non dovrebbe esistere quello automobilistico?!

venerdì 19 novembre 2010

Non è un paese per fighetti digitali

Dopo tanto vagabondare, sono tornato alle origini: dunque al Solito Insolito (ho già fissato in agenda il giorno in cui ne completerò la digestione: mercoledì prossimo, in tarda serata. D'altra parte si sa: le cose belle della vita o sono immorali, o fanno ingrassare o escono con qualcun altro. O appunto si digeriscono la settimana dopo...). Questa volta però avevo una freccia in più al mio arco. Il fido Blackberry, infatti, si accompagna ormai da tempo con l'iPad, strumento di lavoro - certo - ma anche innegabilmente motus symbol dei fighetti digitali sempre connessi a internet. Sempre connessi a internet dove internet c'è, ovviamente. Da una ricerca fresca fresca risulta che gli Italiani hanno fatto incetta di iPad e fratelli, che però tengono a casa perché la rete wi-fi è ampia ancora come una pozzanghera (non di quelle di Mezzago, però). Ma questa è la parte meno grave! Io che ho preso la versione 3G, riesco a utilizzarlo meno di quanto vorrei. Tanto per dire: al bar dove ho pranzato oggi, in centro a Vimercate, la copertura di Vodafone è nulla. È inutile fare i fighetti digitali in assenza di segnale... Altro che Pedemontana, dateci la copertura 3G!!!

Non è NEMMENO un paese per viaggiatori

giovedì 18 novembre 2010

Ipazia e il parcheggiatore menefreghista

È stata una bella serata, quella di ieri. Ho assistito alla presentazione in Braidense del romanzo storico Ipazia, con l'autore Adriano Petta (il co-autore Antonino Colavito è scomparso nel 2007), al termine della quale, insieme a pochi altri suoi amici (tra cui il comico di Zelig Andrea Bove) ho partecipato a una veloce visita guidata del Museo dell'Osservatorio Astronomico di Brera. Degna conclusione la cena in un ristorante toscano a due passi da lì: abbiamo piacevolmente chiacchierato di filosofia e religione, storia, ruolo degli intellettuali, mondo dell'editoria, e ovviamente di Ipazia, in onore della quale abbiamo alzato i calici.
Tornato sulla terra - o meglio a Cimiano - mi sono ritrovato questo bigliettino sul parabrezza. Mi spiace che l'autrice abbia avuto difficoltà a uscire dal parcheggio. Ho qualche motivo di credere che non siano state maggiori di quelle che ho avuto io nell'entrarci... :-)

mercoledì 17 novembre 2010

Bon vivant padano

Ne sono sempre più consapevole: non tutti i giorni le cose s'infilano nell'ordinata sequenza che io mi immagino e per la realizzazione della quale cerco di fare il mio meglio. Capita per esempio di essere svegliati alle 7.08 da una telefonata che sarà soltanto la prima di una serie, alla quale peraltro - come alle successive - non risponderò. Ma il risultato non cambia: la giornata è compromessa e l'umore pure. Ma so anche apprezzare, con una sempre maggiore consapevolezza, i giorni buoni. La mattina di oggi va archiviata di diritto in questa cartella. Ho visitato, per la prima volta, la chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore a Milano; ho visto la bella mostra su Botticelli in Lombardia al Poldi Pezzoli (otto opere!); ho gettato un altro piccolo seme nel campo del futuro, con la speranza che non ci sia solo del marcio in Danimarca; ho comprato El País in edicola (da mesi mi è scaduto l'abbonamento digitale e non riesco a rinnovarlo, sigh!) e due libri su Beirut e la Tomba di Alessandro Magno; ho mangiato due ottimi panini. Il primo si chiamava Padano. L'ho scelto apposta, non solo in base agli ingredienti: salame e brie. Da buon brianzolo so che la Padania non esiste, al contrario della Brianza, anche intesa come stato d'animo (visitate il blog del mio amico Brianzolitudine). Casualmente ho poi scoperto l'Eliana: Praga, brie e sgombro sott'olio. L'ho mangiato in omaggio alla collega appena conosciuta in quel di Losanna, davvero una città "che non ti aspetti": oggi è il suo compleanno. Chiudo ripensando a quel mezzo sorriso ricevuto per le vie del centro, regalatomi senza che ci fosse bisogno di ricorrere alla tattica ingaggiante del "ma che brutte scarpe che hai!". MM mi ha spiegato che se succedesse a lei, il malcapitato si beccherebbe una pedata stampata sul didietro. Ma immagino che esistano donne e donne, così come esistono uomini e uomini (e no).

LEGGI ANCHE: Confesso che me la sono scialata
ALIBI: Cartoline da Losanna

lunedì 15 novembre 2010

Leghisti a domicilio

Ormai nessuno sembra più far caso al corteo che con cadenza settimanale raggiunge la reggia di Arcore. Chissà in quale altro paese del mondo (aggiungeteci l'aggettivo che volete tra: occidentale, libero, liberale, democratico, avanzato...) capita che esponenti di governo decidano la propria agenda politica non nel luogo deputato (ovvero il parlamento), ma nell'abitazione privata del premier. Gli Italiani devono essersi convinti che sia una prassi del tutto normale. A me l'unico dubbio che un po' arrovella la mente è: "ma i leghisti non ce l'hanno una casa?!". Mi è stato insegnato, infatti, che chi mangia la gallina degli altri impegna la propria. Fuori di metafora: Bossi non può invitare Berlusconi a casa sua? Ogni tanto, così, per cambiare... Non per niente: solo per evitare quel surplus di traffico che si crea in Brianza in occasione di queste simpatiche rimpatriate.

Grandi biografie, grandi cappellate

Ieri mattina ho svaligiato la mia edicola. Per la modica cifra di 34 euro abbondanti ho comprato il classico saggio sulla Rivoluzione Francese di Furet, una monografia sull'esercito spartano e i quotidiani La Repubblica e il Sole 24 Ore. Non ho saputo resistere nemmeno davanti alla biografia di Federico II della medievista Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, riedita dal Sole 24 Ore. Il grafico sarà rimasto tramortito dal wertmülleriano nome dell'autrice, sta di fatto che si è menato via e ha piazzato in copertina il celebre ritratto federiciano di Piero della Francesca. Peccato che il pittore di Sansepolcro abbia raffigurato Federico da Montefeltro e non lo svevo Federico II.

mercoledì 10 novembre 2010

Yes, (i)MacBook

È stata dura. Ho dovuto pazientare. E pazientare. E pazientare. E avere pazienza. E aspettare. E attendere. E pazientare. E aspettare. Poi finalmente il mio MacBook è arrivato. Poco importa che non sia nuovo né tantomeno mio. L'importante è che sia arrivato.

martedì 9 novembre 2010

In ginocchio mai! Evviva la riga!

Ha ragione Lui: i giornali sono tutti in mano ai comunisti! Solo un titolista comunista può scrivere "Veneto in ginocchio, arriva Berlusconi". Altro che Benigni e Dario Fo! Altro che Mourinho e zero tituli! Altro che Bartezzaghi e Vauro! Qui siamo all'apoteosi dell'ironia (consapevole o meno...) strizzata in una riga.

Le icone del Cardinale

Il Cardinale di Milano, Dionigi Tettamanzi, ha deciso di mettere all'asta alcune delle sue icone a favore del fondo Famiglia-Lavoro destinato a chi ha perso il posto di lavoro. Iniziativa benemerita e lodevole, ma spero tanto che le icone non siano queste! Tra parentesi noto che ci sono quelle dello scrittore e dell'editor, ma non quella del blogger: censura o ritardo culturale? :-)

Stanlio e Ollio in salsa veneta

Come si dice "siamo alle comiche" in veneto? Non lo so e non mi interessa (ma questo l'ho già detto ieri). Leggo questa ultim'ora sul sito del Corriere della Sera e non so se piangere o ridere. Lui e il suo amico Tremonti non ci potevano pensare prima? Hanno la stessa tempestività del ministro Bondi. Il programma prevede sopralluoghi a disastro avvenuto e mance per sopire chi grida di più, in attesa che torni il sole e gli Italiani (compresi i Veneti) si dimentichino di vivere sull'orlo di un vulcano o in una zona sismica o accanto a un fiume pronto a straripare alla prossima pioggia... Ma la domanda rimane quella di sempre: sono più responsabili loro o noi (voi!) che li abbiamo eletti?

lunedì 8 novembre 2010

Due euri per il Veneto?

Come si dice chiagnere e fottere in veneto? Non lo so e non mi interessa. L'Italia - mitico Nord-Est compreso - si sta squagliando per dissesto idrogeologico a cui la classe dirigente non sa opporre altro che lamentele e promesse di un futuro radioso (all'ombra del sole delle Alpi?). Ho appena visto un servizio del Tg de La7 in cui il primo cittadino di uno dei centri più colpiti dall'alluvione, ex parà della Folgore, diceva che anche lui che per tutta la vita è stato contrario agli scioperi era pronto allo sciopero. Mi viene da pensare che se avesse aderito a qualche sciopero nella sua vita, magari non staremmo assistendo a questo sfaldamento. Forse non erano messi in discussione i suoi diritti (o i suoi privilegi)... Da parte mia provo maggiore vicinanza per la lotta che stanno portando avanti gli immigrati bresciani appollaiati sulla gru. Mentre sotto di loro la polizia non ha trovato niente di meglio da fare che caricare il presidio radunatosi in loro sostegno.

Nespresso, what else?

In largo anticipo su Natale e indipendentemente dal fascino di George (sono più sensibile a quello di Elisabetta...) la macchinetta del caffè Nespresso è entratata a far parte del mobilio di casa. Dico mobilio perché MM l'ha piazzata in bella vista su una delle librerie del soggiorno, dopo averla inaugurata sul piano della cucina (vedi foto). Il primo gusto che ho provato, in onore delle Fiandre, è stato il Vivalto Lungo... :-)

domenica 7 novembre 2010

Yes, we can

La Bastiglia rasa al suolo e il Palazzo d'Inverno cannonneggiato (o meno) dall'Aurora ci insegnano che ogni tanto possiamo sederci a tavola senza essere invitati. Quelli seduti, infatti, non mostrano grande interesse a cambiar di posizione e raramente (cioè mai) si alzano dal posto di propria spontanea volontà. E invece una società può dirsi sana soltanto quando poggia su un turn over costante e completo. Intanto vi faccio gli auguri di un felice 7 novembre.

sabato 6 novembre 2010

Che bella foca!

Non fatevi illusioni: sono il primo a riconoscere che non si vive di sola cultura. Certo, di questi tempi sarebbe il caso di alzare un pochino il livello. Paulo maiora canamus, per dirla con Virgilio. Ci sono però occasioni in cui la situazione richiede una macchina fotografica a portata di mano e una citazione cinematografica ad hoc.

Stop & Go

Periodo intenso, tra viaggi, lavori (plurale), appuntamenti e incontri. A volte mi sembra che i vari tasselli si stiano componendo in un disegno più o meno chiaro, altre mi pare invece che tutto proceda alla cazzilla. Leggo meno di quanto vorrei, scrivo meno di quanto dovrei e parlo molto più di quanto sia mia abitudine. Certamente il cambiamento è imposto dalla direzione che stanno prendendo i miei lavori, tuttavia registro un mio sempre maggiore fastidio verso l'istituto della chiacchiera. A fine giornata mi domando cosa resti di tutte quelle parole dette e ascoltate e spesso la risposta è deludente. La piramide di Cheope e il Colosseo non sono stati costruiti (solo) con le chiacchiere. Dunque è il caso di rimboccarsi le maniche e centellinare le parole.

martedì 2 novembre 2010

Aperitivo veronese

Sono in una "cantina" a Verona a mangiare qualche crostino, accompagnato da mezzo bicchiere di Barbera. Devo tirare le 20.45 per assistere alla prima della Trilogia della villeggiatura di Goldoni con Toni Servillo. Tre ore di spettacolo... Speriamo sia bello come dicono!