lunedì 13 dicembre 2010

Ci mettiamo la firma

La situazione è grave, ma non seria. Quella che è forse la più citata delle celebri sintesi di Flaiano torna di strettissima attualità oggi (e soprattutto domani, è il timore). Ma noi parliamo di cose serie, per un momento, e lasciamo sfumare in sottofondo il vocio da fiera delle pulci. E usiamo il noi come fanno Guzzanti padre e il Mago Otelma (due comici non professionisti, anche se non del tutto involontari), intendendo cioè unicamente le proprie rispettive persone. Oggi abbiamo messo la firma su un pezzo di carta che de facto ci avvicina al dorato mondo dei parlamentari italiani. Da gennaio avremo infatti il privilegio di dover lavorare solo due giorni alla settimana. In teoria saremo quindi liberi di trovarci un'altra occupazione (la quinta o la sesta, non ricordiamo più bene), mentre in pratica cambierà ben poco. Si fa sempre più forte, però, la tentazione di coltivarsi un collegio elettorale in sedicesimi e di fare gli ospiti fissi alle trasmissioni di approfondimento politico. Poi magari ci faremo invitare in quella ridente località della Brianza in cui una villa è costantemente vigilata da diverse pattuglie delle forze dell'ordine. E varcando il cancello dovremo trattenere la domanda che da sempre vorremmo porre loro: "Ma l'avete preso?!".

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