lunedì 28 aprile 2008

Prima lezione

Inizia oggi il corso di spagnolo proposto da Repubblica. Fa proprio al caso mio. Ogni giorno è buono per imparare qualcosa e la vita, da maestra, è sempre prodiga di lezioni. Anche per chi è in politica da decenni e ancora dimostra di non aver capito granché.
Prendiamo per esempio Rutelli e il suo staff. Le previsioni sugli effetti della scarsa affluenza alle urne sono state dannatamente inesatte, ma quel che più mi intristisce è l'aver fatto affidamento (anche) su questo aspetto poco lusinghiero della democrazia. Un partito che si chiama Democratico non dovrebbe contare sullo scarso senso civico di una buona parte dell'elettorato. Ho trovato inopportuna la scelta di Rutelli come candidato sindaco, in parte perché non mi convince lui, in parte perché il messaggio pareva essere: a Roma possono fare il sindaco di centro-sinistra solo lui e Veltroni. Siamo sicuri? Nessun altro? Eppure la vittoria di Zingaretti appare sufficientemente eloquente.
La situazione per come la vedo io è molto fosca. Ma potrebbe risultare molto utile se venisse intesa come una lezione da apprendere con umiltà e responsabilità. Prima lezione: a casa i trombati, largo ai giovani (di idee e proposte, mi raccomando, non necessariamente di età), prendersi l'impegno di chiamare col proprio nome le cose, anche le più impopolari. Meglio perdere bene, che vincere male (e governare e amministrare peggio).
Se tanto mi dà tanto, basteranno pochi mesi per verificare che il governo nazionale e molte amministrazioni sono in mano alle persone sbagliate. Anche i più allocchi apriranno per qualche istante occhi e orecchi e capiranno che non si è aperta una stagione paradisiaca. Allora bisognerà essere pronti con ricette convincenti, ma soprattutto oneste e valide.
Gli esami, si sa, non finiscono mai. Per fortuna, in democrazia.

domenica 27 aprile 2008

Merlo in alto mare

Sul traghetto verso la Sardegna ho letto l’analisi di Francesco Merlo su V-Day di Grillo a Torino, pubblicata su Repubblica di oggi. L’autore mi è parso mancare il bersaglio in diversi passaggi, a cominciare dall’avvio in prima pagina, nel quale afferma – opinabilmente – che il comico è in crisi creativa e che non fa più ridere. Qualche settimana fa, ancora sotto elezioni, El Pais ha pubblicato un’intervista al comico genovese di Laura Lucchini, collaboratrice italiana. Questo pezzo può essere preso come esempio di buon giornalismo (cioè giornalismo nell’unico significato che dovrebbe avere): dava conto del fenomeno Grillo partendo dalle sue stesse parole.
Il commento di Merlo rappresenta, invece, secondo me – ovvio – una prova di cattivo giornalismo: il giudizio personale prevale abbondantemente sull’analisi e quel che è peggio, viene espresso sulla base di argomenti particolarmente deboli, con il risultato, come anticipato, di mancare il bersaglio. Che Grillo attacchi i giornali “perché non scrivono quel che vuole lui e come vuole lui” è un’opinione di Merlo e pure infondata. Basta sentire i brevissimi estratti passati dai telegiornali per capire che è non quello il motivo alla base della critica di Grillo all’informazione italiana. Un’amenità del genere sta bene giusto sulla bocca di Emilio Fede. Sul numero dei presenti in piazza e sulla percentuale di “portoghesi” arrivati solo per scroccare uno spettacolo gratis il giudizio di Merlo mi pare ancora fuori strada: basterebbe che si informasse, da giornalista, sulle presenze di pubblico agli spettacoli a pagamento del comico per convincersi che in tanti sono disposti a spendere decine di euro per le “lezioni” di Grillo. Il punto più basso dell’articolo però mi pare la frase “abbiamo imparato molte più cose da Totò che non da Gramsci”. È una banalità, è un cedimento del tutto non richiesto all’italianissimo vezzo di credere che la cultura bassa sia molto più utile (o nei casi, dilettevole, educativa, degna di memoria) di quella “alta” (nei casi, etica, filosofica o politica). Qui Merlo è molto più Grillo di Grillo, con l’aggravante di essere giornalista e non comico. Per di più la sua non-battuta non fa neppure ridere. La chiusa ribalta infine in modo assai maldestro la principale accusa di Grillo al giornalismo italiano (che è quella appunto di NON fare giornalismo): “l’importante è non attaccare il diritto degli altri a ficcare il naso nella realtà”. Appunto! Ficcate il naso nella realtà! Magari i giornalisti di La7 in quella di Telecom (chi scrive ha trascorso gli ultimi 11 mesi senza linea telefonica, come altre centinaia di utenti in tutta Italia, senza alcuna assistenza né informazione da parte dell’ex monopolista che tuttora opera come in regime di monopolio). Magari quelli di Repubblica su De Benedetti. Non parliamo di quelli del Giornale o del Foglio su Berlusconi. Siamo sempre alle solite. Certi giornalisti non apprezzano che qualcuno riveli che il re è nudo, al posto loro. Ma loro sono presi a sfilare, ignudi pur essi, alcuni sopra altri dietro il carro del sovrano.

venerdì 25 aprile 2008

Yo estoy aquí

Ancora per qualche giorno, nell'ultima pagina di Diario, potete leggere un mio pezzo su Lord Cromer, dal titolo "Cromer contro Cromer"... (sono diabolico).

giovedì 24 aprile 2008

Recuerdos libaneses

Ecco chi scrive in compagnia di Gad Lerner, ospite della biblioteca di Mezzago (MI) per il ciclo "Luoghi d'autore", organizzato dal sottoscritto con gli Amici della Biblioteca. Come tema della serata, lo scorso 17 aprile, le memorie libanesi del famoso giornalista e scrittore. Ma abbiamo parlato anche d'altro: di identità, radici, Libro della Giungla e futuro del Medio Oriente.
Per finire, abbiamo festeggiato con hummus (ma con ceci frullati e non pestati a mano...!), dolci libanesi e una bottiglia di barbera Barabba (IULI, por supuesto).
Ringrazio Gad per avere accettato l'invito, Personaggio Letterario per avermi fornito il suo contatto ed Enrico Giudicianni per avermi passato alcune immagini della serata.
Hasta luego

giovedì 17 aprile 2008

Derrota del zapaterismo...

Sulla prima pagina del numero odierno (11.265) del País c’è un pezzo intitolato: “Los obispos y el PP europeo celebran la derrota del ‘zapaterismo’ en Italia”. L’articolo, che prosegue in quarta, è firmato da Miguel Mora, il corrispondente dal nostro paese, e prende spunto da un editoriale pubblicato ieri sull’Avvenire, nel quale Mario Tarquinio ha addossato la colpa della sconfitta del PD e del tracollo della sinistra “antagonista” all’adesione allo “zapaterismo”. L’articolo di Mora prosegue parlando del segretario del PP europeo, Antonio López-Istúriz, che si è felicitato con Berlusconi per la vittoria, prova – secondo lui – del fatto che Zapatero si trovi isolato in Europa, così come all’interno dell’Alleanza Atlantica. All’Italia sono dedicati anche un commento non firmato a pag. 26, intitolato “Retorno al pasado” (il titolo dice già tutto) e un secondo commento a pag. 53 firmato da Eric González, in cui l’autore ricorda il disinvolto ricorso al grottesco da parte di Berlusconi.

mercoledì 16 aprile 2008

Sueño borgesiano

Al risveglio mi ritrovo a Madrid. È sabato mattina, 12 de abril. Sono in coda davanti al cancello del museo Thyssen e sfoglio l’edizione odierna del País. Il titolo d’apertura annuncia che Carme Chacón sarà la prima donna ministro della difesa. La foto la inquadra sorridente mentre esce dal Congresso (accanto all’ostello dove alloggio) accompagnata dai nipotini. Poco più sotto ci sono le miniature degli altri cinque volti nuovi dell’esecutivo, caratterizzato dalla predominanza di donne rispetto agli uomini: la prima volta che accade nella Spagna repubblicana (e immagino nella storia spagnola in assoluto).
Al risveglio mi ritrovo in Brianza. È martedì mattina, 15 aprile. Il Popolo della Libertà ha stravinto le elezioni. La Repubblica mette in prima pagina i grafici che denunciano la rovinosa debacle del PD e della Sinistra Arcobaleno. Sotto c’è la foto di Bertinotti.
Acquistando un volo andata e ritorno per Madrid ho accumulato 80 punti con l’Iberia card. Me ne daranno 40 per la sola andata?

lunedì 14 aprile 2008

¡Bienvenido!

Bel País sarà un blog dedicato al celebre quotidiano spagnolo, letto con piacere da un "giornalista" italiano che si prefigge uno scopo molto preciso e altrettanto ambizioso: arrivare a collaborarci prima di soffiare quaranta candeline.
¡Buena suerte!