lunedì 30 giugno 2008

Convenerunt in unum

Direttamente da ALIBI:

Lo scorso 23 giugno un manipolo di studiosi è convenuto nella città dei Dogi, splendida anche sotto un sole africano, per contendersi la verità (ma “quid est veritas?”) sul quadro più enigmatico dell’arte occidentale: la Flagellazione di Piero della Francesca, esposta nel Palazzo Ducale di Urbino, pur non essendo destinata a questa sede (almeno su questo punto non paiono esserci dubbi). Non si sono rinserrati in una torre d’avorio, ma sono stati gentilmente ospitati dal Centro Tedesco di Studi Veneziani, a Palazzo Barbarigo della Terrazza, per dibattere pubblicamente di fronte a un folto uditorio di appassionati.
Titolo dell’incontro: Due verità su un quadro? Recentissime indagini sulla Flagellazione di Cristo di Piero della Francesca, aperto omaggio all’ormai classico saggio di Carlo Ginzburg.

A fare gli onori di casa è stato il direttore del Centro, Uwe Israel che presto ha passato la parola al professor Wolf a cui è stato affidato il ruolo di “gestire” quest’originale certamen intellettuale. Il professore ha voluto subito precisare che il suo ruolo (“il più noioso di tutti”) non sarebbe stato quello di giudice, bensì di arbitro.
Gli avversari in campo erano Silvia Ronchey, bizantinista dell’Università di Siena, e Bernd Roeck, professore di storia moderna e contemporanea all’Università di Zurigo. Ciascuno dei due era spalleggiato da due “alfieri”, selezionati per sostenere la tesi del rispettivo “capitano”. Per la professoressa Ronchey sono scesi in campo (che gli dei del giornalismo chiudano un occhio, pietosi) Peter Schreiner, dell’Università di Colonia e Bert Treffers del Koninklijk Nederlands Instituut di Roma, mentre il prof. Roeck ha potuto fare affidamento sulle dotte osservazioni di Enrico Londei dell’Accademia di Belle Arti di Urbino e di Andreas Tönnesmann, dell’Eidgenössische Technische Hochschule di Zurigo.
I due contendenti hanno brevemente riassunto la propria interpretazione, ricordandone i punti salienti, anche grazie all’ausilio di immagini. La professoressa Ronchey ha esordito domandosi il motivo dell’enigmaticità della tavola e individuando la risposta nella cancellazione (vera e propria damnatio memoriae) del millennio bizantino: undici secoli rimossi dalla memoria collettiva dell’Europa occidentale. Questa rimozione ha finito col rendere incomprensibili gesti, indumenti, fatti storici che invece erano ben presenti all’élite colta a cui appartenevano Piero della Francesca e il committente del quadro.
Qui sotto si può vedere un breve passaggio del suo intervento.

Il professor Roeck invece ha individuato nella Legenda Aurea di Jacopo da Varagine il testo che permetterebbe di svelare l’identità dei personaggi dipinti, tra cui ci sarebbe Federico da Montefeltro nei panni di Pilato (in secondo piano) e di Giuda (in primo piano). Il duca urbinate sarebbe stato raffigurato come traditore perché mandante dell’omicidio del fratellastro Oddantonio, da individuare nel giovane biondo e scalzo.
Nel breve filmato qui sotto, un passaggio del suo intervento.



Il professor Schreiner ha obiettato che il metodo di Roeck è debole: lo studioso di Zurigo prima “arresta” Federico da Montefeltro e poi cerca di dimostrarne la colpevolezza, proprio lo stesso procedimento debole che Roeck critica nel suo saggio (p. 14). È poi un sacrilegio l’analogia tra il martirio di Oddantonio e la passione di Cristo: sono due mondi totalmente imparagonabili.
Per parte sua il professor Tönnesmann si è proposto come avvocato del quadro, non di uno dei due contendenti, osservando che il quadro non ha un centro: un miracolo per un’opera di quest’epoca. Ha inoltre consigliato maggiore cautela nelle interpretazioni ricordando che nessuno di noi ha gli occhi del Quattrocento. Per lui il quadro allude a una storia familiare e non a una vicenda internazionale.
Da storico dell’arte il prof. Treffers ha commentato con un certo sarcasmo di aver udito spesso la parola “metodo”, ma di non aver sentito nulla che facesse pensare a un metodo. Andrebbe riportata in primo piano la flagellazione, la scena teologicamente più importante della tavola. Va inoltre tenuto presente il commento di Sant’Agostino al Salmo 2 che contiene le parole “Convenerunt in unum” e messa in evidenza l’esemplarità della flagellazione. Secondo la sua interpretazione anche i re, persino quelli Bizantini, devono comportarsi bene, accettando la sorte del Cristo. La Flagellazione di Piero sarebbe un manifesto religioso-politico, un messaggio a tutte le persone in qualche modo legate al committente, molto vicino al papa. Il monito morale era rivolto ai principi cristiani che dovevano capire il messaggio che l’opera di Piero promuoveva.
Il prof. Londei ha accennato ai propri studi sulla scena raffigurata nella tavola: sarebbe Urbino che si trasforma in Gerusalemme. È possibile individuare la Piazza Maggiore della città, mentre il palazzo rosa sarebbe il Palazzo del Podestà e il campanile richiamerebbe quello della piccola chiesa romanica di Urbino. Il professore ha fatto notare inoltre la doppia illuminazione, quella della realtà, propria dell’emisfero boreale, e quella della divinità, impossibile per il nostro mondo.
L’incontro è stato molto interessante, ma non è risultato decisivo, come c’era da aspettarsi. L’ultima parola sulla Flagellazione non è stata ancora detta. Chi scrive, del resto, non è neppure convinto – come è stato detto – che basterebbe l’individuazione del committente a chiarire l’enigma (o più correttamente: gli enigmi) dell’opera di Piero. Ma forse è meglio così: la ricerca è sempre più interessante e stimolante dei risultati che consegue.

PS: una fonte amica ci ha informati dell’incruento finale. Se la Tavola (la Flagellazione) ha diviso i contendenti, la tavola li ha ricomposti, trovandoli d’accordo sulla bontà delle granseole, piatto forte della cena.

Saul Stucchi

Due verità su un quadro?
Recentissime indagini sulla Flagellazione di Cristo di Piero della Francesca

23 giugno 2008
Centro Tedesco di Studi Veneziani
Palazzo Barbarigo della Terrazza
San Polo 2765/A
Venezia
tel. 041.5206355
www.dszv.it

I libri:


Silvia Ronchey
L’enigma di Piero.
L’ultimo bizantino e la crociata fantasma nella rivelazione di un grande quadro

Rizzoli




Bernd Roeck
Piero della Francesca e l’assassino
Bollati Boringhieri

sabato 28 giugno 2008

venerdì 27 giugno 2008

El cuervo y la zorra

-Dime, pues, cuervo presuntuoso -respondió otra voz sarcástica- de qué modo habría evitado la muerte de la mujer amada.
-De ningún modo, zorra incisiva -repuso el cuervo-, pero la habría aceptado con resignación. Cuando al cuerpo le dan por el culo, el espíritu revierte en la metafísica. Así lo afirma Parménides en un texto que, por desgracia, se ha perdido.

Eduardo Mendoza, El asombroso viaje de Pomponio Flato, p. 132

mercoledì 25 giugno 2008

El queso es el queso

Sono a metà del libro El asombroso viaje de Pomponio Flato di Eduardo Mendoza. Lo sto leggendo praticamente senza l'ausilio del dizionario. E' molto divertente e in certi punti quasi dissacrante. Il sogno della volpe e del corvo e la sua interpretazione da parte della bella peripatetica sono carichi di leggerissima ironia. E il formaggio è il formaggio...

venerdì 20 giugno 2008

Felafel da Tiffany's

Ecco quella che si può definire una tranquilla colazione (almuerzo...) di lavoro, in un ambiente rilassante e riservato, con cucina dietetica e salutare. Sono tornato da una settimana e sto digerendo solo adesso.
Abbiamo pagato pochi shekel, ma le espressioni facciali dell'autista "De Niro" non hanno prezzo.

Arriba España

Dopo oltre un mese di vita, questo blog ha finalmente ricevuto una visita dalla Spagna (per la precisione dalla città di Siviglia). ¡Bienvenido!
P.S.: domenica tiferò Spagna.

giovedì 19 giugno 2008

Almuerzo con...Koudelka

Sono appena tornato dall'anteprima stampa della mostra Invasione Praga 68 al centro Forma Foto di Milano che esporrà appunto le immagini di Josef Koudelka fino al 7 settembre.
C'era anche l'autore, in ottima forma. Non gli avrei dato i 70 anni che ha.
Mi ha colpito anche la fotografa con la coda di cavallo, ma questo particolare non c'entra...
Era presente anche Marco Zanta, del quale è esposta la mostra Urban Europe. Gli ho chiesto se sia un caso che l'unica immagine dedicata a un'architettura italiana raffiguri una chiesa in costruzione.
Intanto un mio pezzo sull'imperialismo romano è finito sull'ultima pagina di DIARIO. Lo trovate qui:

mercoledì 11 giugno 2008

Blogger Trotter

Periodo di viaggi, la primavera. Si sa. Ma quest'anno è davvero particolare. Sono appena tornato dal Salento e ancora mi devono asciugare i vestiti inondati dal sole della Carinzia (questa la capiscono in pochi, ma buoni) ed ecco che già riparto per Israele.
L'invito mi è arrivato alle quattro e mezza di questa mattina, la partenza domani alle 11. Quindi è letteralmente un viaggio last second.
Qui sopra potete vedere quant'ero bello all'epoca del mio primo viaggio in Israele. Vabbè, lasciamo perdere.
Shalom

martedì 3 giugno 2008

Qui (ma anche qui e qui...)

Sono appena tornato da qui:


Tra poco parto per qui:


Nel frattempo potete trovarmi qui:


Ma sto già pensando a qui: