lunedì 15 novembre 2010

Leghisti a domicilio

Ormai nessuno sembra più far caso al corteo che con cadenza settimanale raggiunge la reggia di Arcore. Chissà in quale altro paese del mondo (aggiungeteci l'aggettivo che volete tra: occidentale, libero, liberale, democratico, avanzato...) capita che esponenti di governo decidano la propria agenda politica non nel luogo deputato (ovvero il parlamento), ma nell'abitazione privata del premier. Gli Italiani devono essersi convinti che sia una prassi del tutto normale. A me l'unico dubbio che un po' arrovella la mente è: "ma i leghisti non ce l'hanno una casa?!". Mi è stato insegnato, infatti, che chi mangia la gallina degli altri impegna la propria. Fuori di metafora: Bossi non può invitare Berlusconi a casa sua? Ogni tanto, così, per cambiare... Non per niente: solo per evitare quel surplus di traffico che si crea in Brianza in occasione di queste simpatiche rimpatriate.

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