domenica 4 maggio 2008

Galli in alto mare

Sul traghetto che dalla Sardegna mi riportava in continente ho letto l'editoriale di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere (sabato 3 maggio), intitolato nientemeno che La ribellione delle masse.
Bene. Cioè, male.
Esistono diversi generi di giornalismo: d'inchiesta, sportivo, scientifico... Il pezzo di EGdL appartiene alla categoria "giornalismo fantascientifico". L'analisi della sconfitta della sinistra alle recenti elezioni (legislative e amministrative) mi pare fatta partendo da premesse sbagliate che conducono a conclusioni errate (anche perché sviluppate in modo altrettanto errato). Che la classe dirigente italiana, tramontata la vecchia DC, sia corsa armi e bagagli nelle braccia accoglienti della sinistra, mi sembra un'opinione priva di fondamenta sicure. Al PDS, DS, Ulivo and so on, Galli della Loggia muove l'accusa di snaturamento, causato dall'abbraccio sopra citato. Ma il nostro va più indietro e oltre: addirittura il PCI non sarebbe mai stato un vero partito popolare, perchè caratterizzato da "un forte elitismo sprezzante di tutto ciò che sapesse di 'piccolo-borghese', pur se innestato su una penetrante attenzione al sentire delle 'masse' considerate sempre, però, alla luce di un pedagogico paternalismo disciplinatore".
Insomma, le motivazioni della recente sconfitta della sinistra vengono da lontano. Colpa di Togliatti e Gramsci (e magari Lenin e Marx). Troppo poco sinistra questa sinistra (e centro-sinistra).
Come poi questa critica possa coesistere, a giorni alterni come le targhe sotto la cappa di smog, con quella secondo cui la sinistra italiana è troppo massimalista e nemica giurata del riformismo è un mistero che EGdL non spiega nel suo editoriale di sabato. Magari troveremo risposta in una prossima analisi.
Con la speranza, però, che ci venga risparmiata la rodomontata de "alla luce di un pedagogico paternalismo disciplinatore". Con un carico così, si rischia il naufragio.

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