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mercoledì 30 settembre 2009
Tu sai, che tante fiate la figuri
C'è la stagione dell'amore (
viene e va, all'improvviso senza accorgerti, la vivrai...
), quella dei saldi, quella della caccia, quella del
giumbotto
. E poi c'è la stagione del
magazzeno
. Per molti è finita oggi.
Ma non per tutti.
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Saul Stucchi
giornalista culturale; ideatore e direttore responsabile di ALIBI Online: www.alibionline.it. Aspirante collaboratore de El País
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Tu sai, che tante fiate la figuri
Però salta la penna e non lo scrivo
Altro vorria, e sperando s'appaga
E quel consiglio per migliore approbo
Prendendo il cibo da qualunque ostello
Sotto buona intenzion che fé mal frutto
Raggio di sole ardesse sì acceso
Sovra sé tanto, s'altri non la guidi
Segnata bene de la interna stampa
Io dirò cosa incredibile e vera
Tal, ch'io pensai co' miei toccar lo fondo
Forse la mia parola par troppo osa
Correr lo mar per tutto suo cammino
Per lo patto che Dio con Noè puose
E qui è uopo che ben si distingua
Quella materia ond'io son fatto scriba
Procedere ancor oltre mi convene
Non fia men dolce un poco di quiete
Felices ignes horum malacòth!
Cesare fui e son Iustiniano
Ritrovar puoi il gran duca de' Greci
E fece Muzio a la sua man severo
O ver per acque nitide e tranquille
E 'l ciel cui tanti lumi fanno bello
O buono Appollo, a l'ultimo lavoro
S'io avessi, lettor, più lungo spazio
Indi alle rote si tornar le donne
L'anima mia gustava di quel cibo
Fosse gustata sanza alcuno scotto
Tanto ch'a questa non posso esser largo
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