Ho appena letto su Babelia un bell'elzeviro di Antonio Muñoz Molina, dedicato al mondo ormai pressoché scomparso della corrispondenza cartacea. L'autore racconta la sensazione di incertezza e sdoppiamento che provava da giovane quando lavorava in un ufficio e muoveva i primi passi nel mondo della letteratura. Parla della Morgan Library di New York dove sono esposti manoscritti e lettere di scrittori e artisti del calibro di Oscar Wilde, Hemingway, Degas e Van Gogh. Mi ha fatto tornare in mente Vergine Madre di Lucilla Giagnoni, perché anche l'attrice toscana parla dei tesori di questa biblioteca durante lo spettacolo. Mi sono ricordato anche di uno dei racconti pubblicati nel bel libretto Scrittori à la carte. Si intitola Fagottini di formaggio ai frutti di mare e salsa di zafferano (alla maniera di Paolo Maccioni). In realtà quest'ultimo parla della Public Library, non della Morgan. Ma l'ambiente nuiorchese è lo stesso. Cita anche due versi di una poesia di García Lorca:
No hay dolor en la voz. Solo existen los dientes,
pero dientes que callarán aislados por el rasgo negro.
Non c'è dolore nella voce. Solo esistono i denti,
ma denti che taceranno isolati dal raso nero.
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