Purtroppo dalla finestra del mio studiolo (che non assomiglia per niente a quelli di Federico da Montefeltro e di Isabella d'Este) non vedo il Soratte, immortalato da Orazio sotto una coltre di neve. Ben più modestamente scorgo una montagnetta di terra smossa non so ancora per quale motivo. Ma già temo.
Per alzare il livello del post, cito l'articolo in cui l'ottimo Rumiz ricorda il celebre "riconoscimento" tra Patrick Fermor (autore di Mani, resoconto di un viaggio nel Peloponneso) e il generale tedesco Heinrich Kreipe, durante la seconda guerra mondiale. "Riconoscimento" nel senso che quando quest'ultimo citò l'incipit dell'ode oraziana, Fermor gli andò dietro nella recitazione comprendendo che quello che avevano in comune, ovvero la cultura classica, poteva fungere da ponte per superare le divisioni di parte.
L'articolo potete leggerlo qui.
Per alzare il livello del post, cito l'articolo in cui l'ottimo Rumiz ricorda il celebre "riconoscimento" tra Patrick Fermor (autore di Mani, resoconto di un viaggio nel Peloponneso) e il generale tedesco Heinrich Kreipe, durante la seconda guerra mondiale. "Riconoscimento" nel senso che quando quest'ultimo citò l'incipit dell'ode oraziana, Fermor gli andò dietro nella recitazione comprendendo che quello che avevano in comune, ovvero la cultura classica, poteva fungere da ponte per superare le divisioni di parte.
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