lunedì 3 novembre 2008

L'ora della storia

C'è qualcosa che non quadra. In troppi hanno le lancette dell'orologio ferme a un'altra epoca. Leggevo qualche giorno fa le dichiarazioni contro i matrimoni gay della regina madre di Spagna, Sofia. Che una donna di settant'anni esprima considerazioni personali conservatrici e decisamente arretrate è anche accettabile. Meno, credo, che un paese europeo tornato da decenni alla democrazia viva ancora in un regime costituzionale monarchico. Siamo alla fine del 2008, ragazzi.
Certo, poi vedo in giro (tipo in un baretto insospettabile) il calendario 2009 del Duce, con tanto di indicazione dell'era fascista aggiornata, come se il 25 aprile non fosse mai esistito, e mi viene il voltastomaco. Mi dà pure fastidio mettere quest'immagine sul mio blog. L'unico modo sostenibile è pubblicarla a testa in giù.
Da storico non dovrei dimenticare che la storia non procede secondo un piano prestabilito verso magnifiche sorti e progressive e guardare con più distacco alla realtà di questi tempi. Che non è tutta da buttare, in fondo, se un candidato di colore (come si diceva un tempo) ha ottime possibilità di essere il nuovo presidente degli Stati Uniti. Alla faccia di un mondo rimasto ancorato al Vietnam, di madri novantaseienni estratte dal sarcofago e di cultori del localismo coi calzettoni a pon pon e zoccoli di legno.
Tra due mesi è il 2009. Dopo Cristo, per chi non si sia ancora accorto.

Nessun commento: