A Parigi ho comprato due libri sulla storia dell'impero bizantino. Il primo si intitola L'iconoclasme byzantin ed è opera di André Grabar, il secondo invece è La chute de Constantinople 1453 di Steven Runciman. Due classici.
Poi stamattina, mentre spulciavo i giornali accumulatisi durante il soggiorno parigino, mi sono imbattuto in un interessante articolo di Claudio Gatti su Edward Luttwak, pubblicato sul Sole 24 Ore di domenica scorsa.
Conosco Luttwak soprattutto per l'imprescindibile saggio La grande strategia dell'impero romano che ho studiato durante la preparazione della tesi su Masada. Numerose volte l'ho visto in televisione, chiamato a esprimere il suo punto di vista su questioni di geopolitica e attualità. Giudizi spesso spigolosi, che raramente ho trovato condivisibili. Io e il Professore abbiamo due visioni del mondo e in particolare del ruolo degli Stati Uniti decisamente differenti. Ma è normale.
Meno normale - lo leggo nell'articolo di Gatti - è stato ritrovare il suo nome nelle carte dell'inchiesta su Tavaroli. Mi sono tornati in mente i due libri su Bisanzio leggendo la definizione di "iconoclasta" che spesso viene attribuita a Luttwak. Non solo. Ecco come risponde Tavaroli alla sorpresa del Gip di Milano, a cui ha appena dichiarato che il Professore era sul suo libro paga.
Sotto l'articolo viene pubblicata un'intervista dello stesso Gatti a Luttwak, questa volta più reticente - e ancora meno convincente - del solito. Forse è meglio ritornare alla lettura della Grande strategia dell'impero romano. Gli studiosi "in trasferta" spesso fanno figure barbine...
Poi stamattina, mentre spulciavo i giornali accumulatisi durante il soggiorno parigino, mi sono imbattuto in un interessante articolo di Claudio Gatti su Edward Luttwak, pubblicato sul Sole 24 Ore di domenica scorsa.
Conosco Luttwak soprattutto per l'imprescindibile saggio La grande strategia dell'impero romano che ho studiato durante la preparazione della tesi su Masada. Numerose volte l'ho visto in televisione, chiamato a esprimere il suo punto di vista su questioni di geopolitica e attualità. Giudizi spesso spigolosi, che raramente ho trovato condivisibili. Io e il Professore abbiamo due visioni del mondo e in particolare del ruolo degli Stati Uniti decisamente differenti. Ma è normale.
Meno normale - lo leggo nell'articolo di Gatti - è stato ritrovare il suo nome nelle carte dell'inchiesta su Tavaroli. Mi sono tornati in mente i due libri su Bisanzio leggendo la definizione di "iconoclasta" che spesso viene attribuita a Luttwak. Non solo. Ecco come risponde Tavaroli alla sorpresa del Gip di Milano, a cui ha appena dichiarato che il Professore era sul suo libro paga.
Tavaroli: Io ho avuto casi di gente che, in questo mondo della sicurezza privata, lavorava per tre. E uno anche celebre: Edward Luttwak...(e poi spiega i vari passaggi di informazioni veicolate da Luttwak).
Gip: Questo mi sorprende. Sono un appassionato lettore dei libri di Luttwak.
Tavaroli: No, è un bravissimo professore, ma è...bizantino...
Sotto l'articolo viene pubblicata un'intervista dello stesso Gatti a Luttwak, questa volta più reticente - e ancora meno convincente - del solito. Forse è meglio ritornare alla lettura della Grande strategia dell'impero romano. Gli studiosi "in trasferta" spesso fanno figure barbine...
1 commento:
Lei è stato decisamente preveggente. Luttwak ha appena pubblicati un libro sull'impero bizantino.
Diego Marazza
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