
Lo fa dire
Marcello Fois (con cui ho pranzato ieri...) a un prete nel suo ultimo libro, l'intenso (e molto bello)
Stirpe. Isidoro di Siviglia, nella sua enciclopedica opera
Etymologiae, glosserebbe
metzani con "id est
di merda". E' quello che ho pensato io quando sono uscito dalla metropolitana e ho visto che l'edicola di fronte all'ingresso esponeva il calendario
storico del duce (gli italiani usano
storico in senso perlomeno ridicolo, se non idiota). Posso capire il calendario di Scipione o, perché no?, di Annibale; di Dante, di Cristoforo Colombo, di Nuvolari, di Cristina D'Avena, di Topo Gigio, financo. Ma del duce no. Il duce no. Siamo alla fine del 2009. Dopo Cristo, ragazzi.
Poche ore prima, a due passi da Via della Spiga, avevo visto un omino che portava sul petto un cartello plastificato con scritto
Non sono comunista, con il quale cercava di attrarre l'attenzione dei passanti a cui chiedeva l'elemosina...
Per fortuna, mentre percorrevo
il Palmanova faticando a sollevare il piede dall'acceleratore per rimanere sotto i settanta chilometri all'ora, mi sono imbattuto in
Messaggio di Alice e l'ho cantata a squarciagola:
Oh, quante parole sul tema: l'infedeltà!
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