sabato 7 agosto 2010

Orfani di Pericle on the beach

Sarà anche stato un bieco imperialista, un estroso puttaniere e un politicante di professione, tuttavia è innagabile che Pericle abbia lasciato un segno indelebile nella cultura occidentale. In quella cultura sempre più in crisi d'identità, forse anche per colpa delle insalate confezionate in vaschette di plastica. Mi dicevo, oggi a pranzo: posso capire che in mezzo ai palazzoni della periferia milanese (ma anche non lontano dal centro, a considerare il caso del pugile ucraino che ha ucciso a pugni la prima persona che ha incontrato per strada, una donna filippina madre di due figli) uno non possa crescere nutrendosi di concetti tanto vaghi quanto profondi come IL BELLO, IL BUONO e IL GIUSTO. Ma che in un paradiso come la costa meridionale della Sardegna, uno debba mangiare un'insalata pre-lavata, pre-condita e pre-confezionata, in un tripudio di plastica, fa cadere letteralmente le braccia, anzi le palle, diciamolo con Aristofane. "Amiamo il bello, ma con semplicità, e ci dedichiamo al sapere, ma senza debolezza" ha detto Pericle (o almeno così gli fa dire Tucidide, che pure non aveva simpatie per i democratici). Ora il massimo a cui possiamo aspirare è un'insalata confezionata a 100 chilometri di distanza, da mangiare con posate rigorosamente di plastica, a cui abbinare una bottiglietta d'acqua da bere in un bicchiere di plastica e un caffè, anch'esso servito in un bicchierino di plastica (ma pagato più che quello in tazzina), mentre si ammira un paesaggio da cartolina e ci si abbandona a riflessioni sul sublime.
Poi a Nora, prima di visitare uno dei siti archeologici più spettacolari di tutta l'isola (e di tutto il Mediterraneo) mi capita tra le mani l'invito a una festa (o qualcosa del genere) sponsorizzata da una concessionaria d'auto che recita: "una notte infinita dedicata a chi ama il Bello... in tutte le sue Forme". Plastiche?

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