A quasi tre anni di età, Belpaís si sente grande abbastanza per affittarsi una casa tutta sua. Da oggi (in realtà già da qualche giorno) cambia dunque indirizzo. Ora lo trovate qui: www.belpais.itPiù semplice di così!
A quasi tre anni di età, Belpaís si sente grande abbastanza per affittarsi una casa tutta sua. Da oggi (in realtà già da qualche giorno) cambia dunque indirizzo. Ora lo trovate qui: www.belpais.it
Anch'io avrò tutti i lunedì impegnati, nelle settimane a venire. E il mio avvocato ha detto: "Da noi è arrivato un notevole sforzo collaborativo ed è il massimo che si può pretendere da un blogger". Mi dovete un minimo di riconoscenza: almeno io ho il buon gusto di non accollare alla comunità le spese per il mio avvocato, facendolo eleggere in parlamento. Che bello quando in Senato ci finivano i cavalli!
E meno male che a Parigi non mi sono portato il vasetto di olive taggiasche snocciolate liguri! Guardate infatti come mi hanno conciato la valigia all'aeroporto!!! Avrei rischiato di lasciare una scia di olio per tutti gli ottanta chilometri che separano Beauvais da Parigi, peraltro coperti in appena un'ora e quaranta minuti, stamattina.... E poi mi lamento della Est...
Siccome mi vergognavo ad entrare al supermercato per comprare soltanto un vasetto di olive taggiasche snocciolate liguri, ho ampliato la spesa con una confezione di cerotti e un'altra di cose per soli uomini. La cassiera avrà pensato: "Chissà che serata ha in programma questo baldo giovinotto...!". Nulla di eccezionale: passerò la mia ultima serata da trentenne a teatro, da solo. Speriamo che ne valga la pena. Domani è un altro giorno e si cambia decade...
C'è posta per me, oggi. L'Enel vuole 280 euri e passa per la bolletta del gas. Il Musée du Luxembourg di Parigi mi manda il dossier per la stampa della mostra su Cranach il Vecchio che andrò a visitare tra qualche giorno (dopo averla vista mesi fa a Bruxelles). Ma ad attirare la mia attenzione è stata soprattutto la busta inviata dalla DMB. Ho subito pensato: sapendo che ad agosto avrò due settimane libere e per le altre due sarò impegnato in tutto quattro giorni, i miei ex capi hanno deciso di propormi una rentrée stile glory-days. Uno splendido quarantenne che conosce a menadito quasi tutto l'alfabeto (non ho mai imparato la successione delle ultime lettere prima della Z) vale almeno un paio - o anche tre - di 'sti giovinotti appena usciti da scuola (o manco entratici...). E invece era soltanto il mio CUD. Vorrà dire che ad agosto andrò in vacanza...
Che paese l'Italia... Il paese in cui si viene promossi inviati speciali dopo essere stati uccisi in Afghanistan o capitani, sempre post mortem in Afghanistan... Il paese in cui ci si sposa in coma. Il paese in cui il presidente della Cei afferma: "Ci sta a cuore l'educazione integrale in qualunque sede, statale o non statale" e magari riesce a dirlo senza ridere. Il paese in cui "il nostro assistito" si fa vedere ovunque tranne che nel posto in cui è stato convocato, tanto da risultare contumace. Il paese in cui una buona parte dei cittadini si domanda da cosa dipenda questa malattia mortale che però non arriva mai allo stato terminale e che si chiama mancanza di serietà.
Cercando il mio nome su Google si arriva anche al sito www.123people.it, uno dei principali aggregatori di informazioni. Quella riprodotta qui sopra è la nuvola che mi riguarda: la dimensione dei termini è direttamente proporzionale alla loro importanza, riferita alla persona in questione e alle sue attività. Come vedete spicca su tutti il nome di ALIBI, ma al secondo posto si piazza niente meno che il mondo! Rimane un mistero, almeno per me, chi sia quel Paolo, a cosa si riferisca Spazio e soprattutto perché manchi il termine chiave: RIGA. Mi sono giocato 40 anni di studio e sacrifici auto-definendomi in diretta radio "esperto di righe", dunque non dovrebbe mancare!
Decine e decine di libri, saggi, inchieste e opuscoli ci hanno illustrato i crimini dei comunisti (stavo per dire: "mai abbastanza, a vedere quel che c'è in giro...", ma mi sono fermato prima, per fortuna!). Rimane invece ancora territorio vergine, campo d'indagine inesplorato e paradiso dei ricercatori più curiosi il repertorio degli ex comunisti. Nel dossier intestato a Carlo Rossella va senza dubbio archiviato il pezzullo che ho riprodotto qui sopra. Tale Lorena da Genova scrive al noto giornalista (siamo in democrazia, dunque siete liberi di mettere le virgolette dove volete, a "noto" oppure a "giornalista" o ancora a entrambe le parole) per comunicargli la decisione di chiamare i suoi due gemelli niente meno che "Carlo" e "Rossella". Ammesso che la lettera sia vera, dovrebbe intervenire un giudice minorile, o il parroco o direttamente l'esorcista. Giusto per stroncare sul nascere la moda che riempirebbe le classi dei nostri figli di Emilii-Fede, Leli-Mora, Nicole-Minetti, Bunga-Bunga, Luca-Barbareschi e Pier-PierSilvi-Berlusconi. Chi l'avrebbe detto che avremmo rimpianto i tempi delle Jessicheh, delle Samanthe e dei Geiar?
La decadenza di una nazione, e massimamente di un popolo, si registra - io credo - non tanto nell'elenco degli aspetti riconducibili alla categoria di crisi o dei rovesci subiti da avversari del momento e "nemici" storici, quanto piuttosto nell'osservazione paziente e disillusa (ancorché partecipe e dunque tristissima) della classe dirigente che si trova a governarne i destini. Si prenda per esempio il caso di Luca Barbareschi. Mediocre attore, sul palcoscenico su cui si recita l'ultimo atto dell'estenuante tragicommedia berlusconiana non ha ancora compreso quale sia la sua parte; così lo vediamo muoversi avanti e indietro sul palco, tutto concentrato nel vano tentativo di mascherare con la teatralità dei gesti l'inconsistenza del testo, del contesto e della recita a cui prende parte. Non ha ancora capito che la teatralità è nemica mortale del teatro.
Ha detto che, fosse per lui, neanche il Primo Maggio sarebbe festa. Ho invocato Apollo perché mi ispirasse la forza per comprendere, ma anche al dio del Sole non è chiaro come Calderoli possa essere un ministro della Repubblica Italiana. La religione olimpica tradizionale non basta. Bisogna farsi iniziare ai misteri eleusini o sciogliersi nel furore bacchico del tiaso. Perdersi per ritrovarsi. Il dubbio è che, una volta persi, non si abbia la minima intenzione di ritrovarsi, hic et nunc.
"La trasparenza è un bene da perseguire sempre a tutti i livelli per il bene del Paese". Lo ha detto il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, interpellato sulla situazione del Paese, a margine di un convegno. Pur senza far riferimento esplicito alle ultime vicende di cronaca e politica, Bagnasco ha sottolineato che "la trasparenza è un valore che tutti desiderano e che fa parte di una cultura dignitosa".
- Dottore: La mamma e il papà hanno problemi di cuore?
Ho letto sul Corriere il resoconto dell'incontro organizzato da Ferrara al Teatro Dal Verme di Milano, contro lo stato etico che sarebbe alle porte (ommioddio: dopo 17 secoli di governo della chiesa, il Ventennio fascista e il cinquantennio democristiano un po' di stato etico non sarebbe male...). Alla radio l'ho sentito sbraitare qualcosa come un augurio che Berlusconi torni quello del '94. La fine dell'impero ci riserva anche queste scene tragicomiche. Ferrara è stato comunista, poi socialista craxiano, da tempo berlusconiano (chissà se ancora "tendenza Veronica"). A me non è mai piaciuto. Dicono che solo gli imbecilli non cambiano mai idea. Beh, dicono un sacco di cazzate.
Non ce n'era alcun bisogno. Proprio per questo ho creato un nuovo blog: Tazzine d'Italia. Se vi interessa, lo trovate qui: tazzineditalia.blogspot.com
I diversamente giovani forse ricordano ancora la serie di figurine a cui apparteneva l'introvabile Feroce Saladino. Più recentemente - ma sembra passato un secolo - hanno occupato a lungo le prime pagine dei giornali le carte da gioco (assimilabili alle figurine) dei notabili del regime di Saddam Hussein: erano i più ricercati. Il dittatore era l'asso di picche. Da Wikipedia scopro che Rashid Taan Kazem si era beccato il 2 dello stesso seme. Immagino la scena di Rashid, la sera al bar con gli amici: "Sapete, Condoleezza Rice mi hanno dato il 2 di picche!"...
Mezz'ora fa un'intraprendente signora diversamente giovane ha imboccato contromano via don Minzoni, da anni (aaaaaanni...) a senso unico. Si sarà fatta traviare dai segnali posti accanto al furgone fermo all'incrocio per dei lavori. Ma nessuno di loro consente di scendere per via don Minzoni!
Sì, lo so: l'ho già usato come titolo. Ma Belpais è mio e lo gestisco io!
- Ho appena assistito a una rappresentazione dell'Edipo Re. Saranno i tagli alla cultura, sarà l'effetto del voto di scambio, ma ho fatto un sobbalzo quando Giocasta, invece di Apollo Liceo, ha invocato Apollo Cepu!
Un archeologo del XXII secolo, rovistando tra i ruderi di quella (questa) landa desolata che ora chiamiamo Brianza, potrebbe imbattersi in un lacerto di carta come questo. Con la massima cura e attenzione per non rovinarlo, studierebbe il documento e procederebbe ad archiviarlo con scrupolo. Forse riuscirebbe a datarlo con una buona approsimazione e a collocarlo nel corretto contesto geografico di provenienza (gli vengo comunque incontro: 21 gennaio 2011, venerdì; vergato in quel di Prato, Toscana). Da storico (pur anco dei poveri) mi auguro, però, che il collega del futuro non venga tratto in inganno dalla povertà del supporto cartaceo. La civiltà che ha prodotto questo documento è ampiamente e da tempo digitalizzata e fiscalizzata. Persistono, tuttavia, ampie macchie fuori controllo, anche se tutt'altro che marginali, avanguardie del medioevo che è ormai alle porte.
Giorni convulsi, certo. Giorni da (e si spera di) fine impero, certo. Giorni di incertezza, certo. Un Tacito dovrebbe passare il tempo a raccogliere testimonianze per gli annali da lasciare in eredità alle prossime generazioni perché possano farsi almeno una vaga idea di cosa succedeva agli inizi di questo nuovo decennio, mentre si era ancora alle prese con attori e comparse in voga nel millennio scorso. Dovrebbe per esempio registrare la telefonata con cui Capezzone esprime solidarietà a nome degli Italiani ad Emilio Fede per quello che sta passando. In effetti, ne ha passate e fatte passare Fede! Pare persino senza controlli ai cancelli...
- Steso i panni
Vi ricordate la mia odissea con i corrieri? Eravamo rimasti al 30 dicembre, con alcuni pacchi ancora da ricevere. Bene (cioè male): quello per cui avevo trovato l'avviso di passaggio sono dovuto andare a prendermelo in deposito (a Desio, non proprio dietro l'angolo). Un altro, invece, è scomparso misteriosamente dai radar, tanto che oggi ho scritto al mittente per sapere che fine avesse fatto. La libreria in questione mi ha consigliato di consultare il sito delle Poste Italiane e così facendo ho scoperto che il pacco era in deposito all'ufficio di Mezzago dal 29 dicembre, senza che nessuno mi avesse avvisato. Non ho infatti trovato nella cassetta la solita cartolina gialla e se non avessi chiesto informazioni, mai mi sarei sognato di andare all'ufficio postale. Qui mi hanno sollecitato a esporre riclamo. Senza peraltro specificare a chi e contro chi.
Non vi è mai capitato di avere un volo l'indomani e di ritrovarvi alle undici di sera in ginocchio sul pavimento dello studio a fotografare (con una macchina non vostra, ma ottenuta) numerose pagine del catalogo di una mostra che dovete recensire (e avete l'illusione di riuscirci nei tre giorni di viaggio, quando non ce l'avete fatta nei due mesi trascorsi a casa...), del peso (il catalogo, non la mostra) di 2 chili e 950 grammi, come denuncia la bilancia della cucina? A me è appena successo. Vi racconterò poi come va a finire con la recensione. Intanto potete leggere quella alla splendida mostra di Basilea sulla Secessione Viennese.
Un altro anno è finito. È stato molto ricco dal punto di vista culturale: ho visitato una cinquantina di mostre e ho assistito a più di trenta spettacoli teatrali, tanto per dare due numeri. Ho fatto qualche viaggio all'estero; ho iniziato a collaborare con Radio Popolare; ho cambiato lavoro; ho finito di pagare le rate della macchina; ho comprato l'iPad e ho ottenuto un MacBook; ho conosciuto persone interessanti, con alcune delle quali ho fatto almuerzo. Più che altro ho cercato di seminare per il futuro. Naturalmente non tutto è filato liscio, ma nel complesso il voto è decisamente positivo. L'impegno per il nuovo anno, però, è quello di fare meglio. Così ieri notte ho salutato l'arrivo del 2011 con una ricetta a base di: prosciutto iberico, pecorino e vino rosso toscani, pane carasau ovviamente sardo, salame, Sex & the City e sex & the sofa. Il procedimento è elementare: prendete gli ingredienti e fatene quello che desiderate, cercando di ottenerne il miglior risultato. Prima di addormentarsi consiglio di ripassare la prima elegia del primo libro di Tibullo.