giovedì 3 giugno 2010

Quiero un país de blogueros

Sono tra i pochi (ma così pochi?) che credono artificiosamente pompato il dibattito sopra l'iPad, l'ultima creatura di Steve Jobs e soprattutto artificiosamente pompata la discussione attorno alla effettiva utilità della tavoletta. Non mi stupirei se il gingillo, scemata la fase iniziale di isterismo di massa, venisse venduto in volumi più contenuti di quelli sperati e pianificati dalla Apple. Ma fin qui si tratta di cazzeggio.
Devo dire che mi convincono ancora meno le parole di Jobs riportate oggi dal País. Il Signore della Mela si dice d'accordo con Murdoch e prevede un futuro in cui gli internauti pagheranno poco - ma pagheranno - per accedere alle notizie, proprio come hanno iniziato a fare per la musica. Per ovvie ragioni dovrei felicitarmi di queste rosea profezia e augurarmi che si avveri, ma temo che Jobs (e prima di lui Murdoch) confonda il futuro con l'aspettativa (legittima, ci mancherebbe). E quel che è peggio, credo che lo faccia consapevolmente. Insomma: ce sta a provà.

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