martedì 12 maggio 2009

Oro, porpora e caffè di lacrime

Ho appena assistito allo spettacolo A Bisanzio di e con Lucilla Giagnoni, andato in scena al teatro di Magenta. L'ho rivisto con piacere. Anzi, per essere più precisi: per il piacere, l'ho rivisto. Me l'ero infatti "regalato" per il mio compleanno e ho cercato l'occasione migliore per una seconda visione. Mi è piaciuto ancora, tanto.
Tornando, mi sono fermato all'autogrill per un caffè. La barista mi sembrava un po' emozionata. Non faceva molto per nascondere le lacrime. Le ho chiesto se andasse tutto bene e la sua risposta è stata lapidaria: no! Ma non ha voluto aggiungere altro.
Vi confesso che il caffè che mi ha fatto non era granché. Le lacrime, si vede, non si addicono a questa bevanda.
Tra l'oro e la porpora di Bisanzio e il caffè alle lacrime, i miei giorni scorrono senza un'apparente ordine né finalità. La playlist del momento raccoglie parole e idee difficili da inanellare in una catena sensata: dolicocefalia, stella fenicia, ossessione turca, porfido egizio (confuso con i sanpietrini made in Brianza: anatema!), Divus Vespasianus, pica en Flandes, Tel Aviv - finestra sul Mediterraneo (con tanto di citazione montaliana), giro in treno per mezza Europa, isola dell'isola (Sant'Antioco, aspettaci!), ricette e medicine, vignette rispedite al mittente, tesori sommersi, kaiten-zushi e ricette per la felicità del rapporto di coppia (vi ricordate cosa dice Nicole Kidman alla fine di Eyes Wide Shut?), fregola e sardelle.
Pare il testo di una canzone di Rino Gaetano.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sampietrini sono in basalto e non sono mai stati costruiti in brianza!

Saul Stucchi ha detto...

haec sciam? et quid ignorem?