Lo so: come titolo è un po' forte, ma in quest'epoca di decadenza bisogna ritrovare il coraggio di chiamare le cose col proprio nome. Dunque Cicchitto e Berlusconi. Del secondo cos'altro rimane da dire? Poco o nulla. Poco o nulla sembra aver da dire anche Cicchitto, ogni volta che deve rilasciare una dichiarazione ufficiale, e cioè almeno un paio di volte al giorno. Ci siamo ormai abituati alle sue comparsate televisive che hanno l'unico merito di essere meno fastidiose di quelle di Capezzone, ma mi pare che sia modesto come merito. Mi domando se davvero Cicchitto creda all'indispensabilità cosmica di Berlusconi, senza il quale - parrebbe dalle sue tirate sempre più stanche - il sole invertirebbe il suo cammino, le piramidi crollerebbero (tacciamo di Pompei, va') e i comunisti sarebbero finalmente liberi di imporre la loro dittatura su tutto il globo terracqueo (isole comprese). Ma cosa succederà davvero il giorno dopo? Con che animo Cicchitto si alzerà dal letto? Ma, soprattutto, dovremo ancora sorbirci le sue dichiarazioni o un'amnistia generalizzata ci libererà di questa tortura? Ai posteri l'ardua sentenza. Vabbè, sentenza fa un po' giustizia a orologeria...
mercoledì 1 dicembre 2010
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