Un archeologo del XXII secolo, rovistando tra i ruderi di quella (questa) landa desolata che ora chiamiamo Brianza, potrebbe imbattersi in un lacerto di carta come questo. Con la massima cura e attenzione per non rovinarlo, studierebbe il documento e procederebbe ad archiviarlo con scrupolo. Forse riuscirebbe a datarlo con una buona approsimazione e a collocarlo nel corretto contesto geografico di provenienza (gli vengo comunque incontro: 21 gennaio 2011, venerdì; vergato in quel di Prato, Toscana). Da storico (pur anco dei poveri) mi auguro, però, che il collega del futuro non venga tratto in inganno dalla povertà del supporto cartaceo. La civiltà che ha prodotto questo documento è ampiamente e da tempo digitalizzata e fiscalizzata. Persistono, tuttavia, ampie macchie fuori controllo, anche se tutt'altro che marginali, avanguardie del medioevo che è ormai alle porte.
domenica 23 gennaio 2011
Non è un paese per scontrini
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